Incontro a teatro con Marisa Laurito

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Dopo una lunga tournée in giro per l’Italia, approda finalmente a Roma – al Teatro Manzoni dal 28 marzo – la divertente commedia Due donne in fuga che vede insieme in scena Marisa Laurito e Fioretta Mari (che ha sostituito Iva Zanicchi). La pièce è tratta da Le fuggitive di Pierre Palmade e Christophe Duthron, con l’adattamento di Mario Scaletta e la regia di Nicasio Anzelmo. Visum ha incontrato Marisa Laurito.

Marisa, conosceva l’opera originale Le fuggitive da cui è tratta questa pièce?

Avevo sentito parlare di questa commedia fatta anni fa in versione italiana, ma non l’avevo mai vista. E’ stata una vera coincidenza: quando me l’hanno proposta io già pensavo di farla”.

Può raccontare in breve la trama? Da cosa fuggono queste due donne?

Io, che interpreto Margot, fuggo da una vita matrimoniale noiosa. Dopo una vita passata nella totale rassegnazione – spiega l’attrice napoletana a Visum – decido di scappare in occasione del compleanno per i 18 anni di mia figlia. Penso che questa mossa possa essere utile per riconquistare la propria famiglia. Ma così non è. Il mio personaggio non è stato mai amato dai familiari, è stato solo sfruttato. Fioretta Mari, invece, interpreta Claude, fuggita dalla casa di riposo in cui il figlio l’ha parcheggiata. Queste due donne s’incontrano per caso su una strada – aggiunge – mentre fanno l’autostop. Inizialmente litigheranno, ci saranno discussioni, ma poi diventeranno amiche e cercheranno di cambiare la loro esistenza, diventando indipendenti”.

Approdate a Roma dopo aver girato quasi tutta l’Italia. Come ha risposto il pubblico?

Il pubblico ha risposto benissimo. Abbiamo fatto il tutto esaurito in ogni teatro dove siamo andate. Lo spettacolo è andato bene sia con Iva Zanicchi, prima, ed ora con Fioretta Mari. Arriviamo a Roma, poi andremo a Napoli e Milano. Il pubblico si diverte, ma è portato anche a pensare, a riflettere. Molte volte gli spettatori – fa notare – ci hanno ringraziato perché nella vita si può sempre ricominciare da capo, a prescindere dalla propria età. ‘Ricominciare’ è la parola chiave con la fuga e l’amicizia delle due donne. E’ importante rimettersi in pista, anche se la cosa può spaventare. Il rischio è basilare per non rimanere ‘impantanati’ in certe situazioni che possono diventare scomode”.

 

Il momento più divertente della commedia?

Quando le due donne si trovano in prigione perché avevano rubato del cibo per non far uso delle loro carte di credito, per non essere scoperte dalle famiglie. Lì il rapporto delle due donne si consolida e dopo aver litigato capiscono di aver imparato l’una dall’altra moltissimo”.

 

Lei è reduce dal successo teatrale di Così parlò Bellavista. Che emozione ha provato?

Per me è stata una commedia molto interessante, che mi ha emozionato molto, visto che interpretavo nella pièce teatrale, un po’ diverso e con la mia verve, il ruolo che era stato nel film quello di Isa Danieli. Mi è sembrato di stare a casa- commenta – lavorare tra amici: un omaggio al mio amico Luciano De Crescenzo, autore del testo, che si è emozionato tantissimo a vederlo realizzato a teatro, mi sono trovata bene ad essere diretta e a recitare con Geppy Glejieses che ha curato l’adattamento teatrale”.

 

Ha avuto una grande fortuna, quella di iniziare la sua carriera con Eduardo De Filippo

Sì la mia carriera è iniziata in un modo meraviglioso, Eduardo mi ha insegnato la professionalità, i tempi, il come stare in teatro, la disciplina, il rispetto. Osservandolo recitare ho imparato moltissimo”.

 

 

Progetti futuri? Ancora teatro?

Ancora teatro. L’anno prossimo riprenderemo Così parlò Bellavista e poi porterò in scena ancora Persone naturali e strafottenti, uno dei testi più conosciuti di Giuseppe Patroni Griffi”.

Giancarlo Leone

 

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