Il Misantropo all’Ambra Jovinelli

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Al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, fino al 24 marzo, è in scena Misantropo di Molière che vede protagonisti Giulio Scarpati e Valeria Solarino. La regia è firmata da Nora Venturini.

Misantropo, una grande e famosa commedia teatrale, capace di mettere in scena un personaggio come Alceste: un uomo integerrimo, rigido, libero da falsità e imbrogli, conosciuto per il suo rigore, in continua lotta con sé stesso per nascondersi dall’ipocrisia delle persone che lo circondano, ma che è innamorato di una donna, Célimène, completamente diversa e lontana dal suo modo di vedere il mondo che lui tanto detesta. Lei è una vera e propria signora dei salotti, attorniata da numerosi corteggiatori, che si diverte a illuderli seducendoli con le sue grazie e il suo fascino.

La reale incompatibilità dei due protagonisti li spinge comunque l’uno verso l’altra, mentre attorno a loro prende vita una variegata serie di prototipi umani, parodie dei vizi e dei difetti dell’alta società.

In Alceste e Célimène possiamo benissimo raffrontare un uomo e una donna di oggi, con torti e ragioni equamente distribuiti, duri nel non cedere alle richieste dell’altro, non disposti a rinunciare alle proprie scelte di vita, sempre in conflitto tra loro. Nei loro difetti possiamo ritrovarci e riconoscerci e ne ridiamo perché nella realtà ciò accade. Tragici e comici insieme, Alceste e Célimène sono nostri contemporanei come coppia sentimentalmente impossibile. Non si comprendono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano eppure faticano a separarsi.

Uno spettacolo sempre in equilibrio tra commedia e tragedia in grado di decifrare con grande arguzia il fattore umano. Assistiamo a cambi di costume a vista e un palcoscenico da commedia dell’arte, per una messa in scena dichiaratamente metateatrale. Non è la prima volta che questo testo di Molière viene presentato nella sua attualità. Misantropo è una dura disamina contro i costumi fin troppo involgariti di una società resa superficiale, incapace di dare il giusto senso alle cose del mondo.

I personaggi di questo spettacolo si muovono, parlano, danzano, sono sfacciati, esibizionisti fino a dar fastidio.

Una vera e propria passerella di personaggi: il politico con velleità da poeta, i giovani marchesini modaioli e giulivi, la nobildonna zitella e bigotta. Un salotto che diventa teatro, la dimora di Célimène che si tramuta in palcoscenico di contese d’amore e intrighi di corte. La realtà si riflette nella finzione, il presente nel passato classico e allo spettatore appaiono i vizi e le distorsioni della vita di ogni giorno.

Dal punto di vista recitativo la protagonista femminile, Valeria Solarino, gesticola troppo durante la recitazione e si dimostra a volte poco espressiva, e non sempre riesce ad evidenziare la superficialità che contraddistingue il personaggio di Célimène. Le figure dei marchesini sono un po’ troppo sopra le righe, scontrandosi con la recitazione più pulita degli altri protagonisti, soprattutto Giulio Scarpati, nel ruolo di un intenso Alceste e di un ottimo Blas Roca Rey, nei panni dell’amico Filinte.

Ben curata la regia di Nora Venturini, bellissime le scene dal gusto barocco di Luigi Ferrigno, così come i costumi di Marianna Carbone. Da vedere.

Giancarlo Leone

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