Il corpo di Ernesto Che Guevara, all’anagrafe Ernesto Guevara della Serna, fu ritrovato soltanto nel 1997 dopo trent’anni dalla sua morte avvenuta il 9 ottobre del 1967. L’alone di mistero che ha accompagnato tutta la vicenda ha dato vita a storie più o meno fantastiche sull’ eroe sudamericano. Tiziana Barillà, giornalista e attenta osservatrice della politica internazionale, è partita dalla sua ricerca per la tesi di laurea per ricomporre il puzzle della vita di questo incredibile personaggio, tra miti e legende, depistaggi e retroscena. Il paragone è azzeccatissimo con il Don Quijote della Mancia di Miguel de Cervantes e trova radici nella biografia di Che Guevara. Un libro che lo ha accompagnato sin dalla più tenera età, trascorsa spesso in interminabili riposi forzati a causa dell’asma, compagna inseparabile di questo rocambolesco eroe.
Come un fratello maggiore che sa quando è giusto fermarsi e riposare, l’asma arrivava puntuale a calmierare la situazione, costringendo Ernestito a letto. Grazie a queste pause forzate, il Che legge tantissimo e a tutte le ore: Jules Verne, Alexandre Dumas, Emilio Salgari, Robert Louis Stevenson, Miguel de Cervantes.
Proprio il Don Quijote, letto e riletto anche da adulto, diventerà il testo formativo per le nuove reclute della guerriglia e sarà la prima opera pubblicata dall’Istituto Nazionale del Libro, all’indomani della presa del potere, nel 1959 a Cuba. Sognatore, scanzonato e anticonformista come l’eroe della Mancha, Che Guevara lascia tracce ovunque del suo rapporto simbiotico con questo personaggio letterario, citandolo spesso nelle sue lettere ai familiari, agli amici e ai compagni rivoluzionari.
Attraverso la metafora dell’eroe scanzonato, lancia in resta, andava incontro al suo destino ormai segnato dagli ideali di giustizia, uguaglianza e diritti sociali. Il libro di Tiziana Barillà é un atto dovuto alla società tutta perchè partendo da un’analisi certosina di tutte le fasi della vita del Che ne ricostruisce non solo i passaggi ma anche ne evidenzia le conseguenze storiche e politiche. Carteggi, testimonianze, aneddoti e citazioni pian piano schiariscono il quadro nebuloso di questo eroe quasi mitologico, riconducendolo alla realtà, alla storia. Senza nulla togliere al personaggio, anzi,Tiziana Barillà consegna al lettore soprattutto un uomo, vero, in carne ossa.
Attraverso le sue stesse citazioni ci apre al suo cuore, al suo modo di ”sentire” la sua epoca, la sua idea di Rivoluzione. Un eroe puro, lontano da aspirazioni di potere, tanto da rinunciare ad ogni carica istituzionale nel governo di Fidel Castro, per continuare la sua lotta contro l’imperialismo senza confini, al fianco di tutti gli oppressi.
Ma anche un uomo capace di commuoversi leggendo Pablo Neruda e scrivendo lettere alle figlie adorate. Ecco, l’insieme di queste caratteristiche, di questo mix di tratti estremi, rendono il Che un Donchisciotte moderno, un Don Quijote de la Realidad. “Purezza, coesistenza di idealismo e senso della realtà, incorruttibilità. Sono proprio i pilastri del fenomeno che chiamiamo donchisciottismo. E il Che, che non perde mai di vista la storia e gli insegnamenti dei suoi predecessori, ne è un consapevole rappresentante.”
Ultimo eroe a cavallo, saluterà, inconsapevole, i suoi genitori scegliendo ancora una volta l’immagine di Don Chisciotte per spiegare la sua scelta di continuare a combattere lancia in resta. “A cinquant’anni dalla sua morte, Ernesto Guevara de la Serna, questo Don Quijote del XX secolo, le sue gesta, i suoi ideali di libertà e uguaglianza, la sua coerenza con quegli ideali, sopravvivono. E continuano a essere narrati in tutto il mondo.”
Roberta Ferruti
Don Quijote de la Realidad. Ernesto Che Guevara e il guevarismo.
Tiziana Barillà ed. Bookabook – E 13,60