Alessandro Aronadio, pur essendo molto giovane ha già scoperto il segreto di come andare all’essenza delle cose senza mai annoiare. Toccando tutti i nostri numerosi punti dolenti con mano assolutamente leggera, riesce a farci riflettere sui nodi irrisolti della nostra vita, senza nemmeno farcene rendere conto.
Di qui, succederanno tante di quelle cose, nell’arco della giornata, come non gli sono mai capitate in tutta la vita di giovane professore supplente di filosofia. Intransigente con se stesso e con gli altri.
Nel suo mondo fatto di regole rispettate, è sempre stato insofferente ed incapace di accettare quello degli altri che trova balordo e caotico. Dove tutti si comportano con codici di comportamento che lui non ha mai approvato. Così, per essere più à part, si è rinchiuso nella sua turris eburnea che lo ha separato nettamente dagli altri.
Abbiamo chiesto al regista con dei titoli da fare impallidire il Gotha cinematografico, che cos’è, per lui, Orecchie…
“Orecchie è un on the road a piedi lungo un giorno, una tragicomica via crucis in una Roma in bianco e nero. La storia di un uomo senza nome che, attraverso svariati incontri, raccoglie pezzi di un puzzle che, alla fine, compongono l’immagine di se stesso”.
Mariangiola Castrovilli