Alla Galleria Nazionale di Roma c’è una mostra che grazie alla generosità delle figlie di Giacomo Balla (1971-1958) Elica e Luce, si focalizza su tutto il suo percorso artistico e non solo quello futurista. I 35 dipinti donati da Elica e Luce Balla nel 1984 e nel 1994 permettono di completare tutta la sua ricerca fino al ritorno alla figurazione, con un particolare aspetto della luce E’ curata da Stefania Frezzotti e resterà visibile fino al 26 marzo 2017.
Grazie alle due donazioni delle figlie del Maestro la Galleria Nazionale di Roma può completare lo studio sull’opera di Giacomo Balla mostrando la sua ricerca dagli esordi al periodo futurista fino agli ultimi anni con il ritorno alla figurazione e ai suoi celebri paesaggi di Villa Borghese.
La Galleria possedeva 6 opere di Balla, ma non ne aveva del periodo futurista. La donazione ha permesso di contestualizzare tutta l’opera di un artista che è stato sulla scena dell’arte per più di cinquant’anni, partendo dal primo periodo negli anni 10 del ‘900, quando Balla aveva cercato la modernità nel divisionismo e nella fotografia.
In seguito la ricerca della velocità e del movimento nel futurismo e poi negli studi per la decorazione dei quali c’è una notevole collezione in mostra, fino al suo ritorno alla particolare figurazione, alle bellissime opere di paesaggio, a quelle degli affetti familiari. E’ la prima volta che le due donazioni sono viste insieme alle opere della Galleria formando un percorso che spiega tutta la sua arte.
Cerano già state due mostre alla GNAM, una nel 1971 in onore della nascita di Balla curata da Giorgio De Marchis che metteva in luce come artisti contemporanei quali Dorazio e Colla si fossero ispirati nella loro ricerca alle sue opere perché assolutamente contemporanee, un’altra nel 1988 curata da Giovanna De Feo, Patrizia Rosazza Ferraris e Livia Velani in occasione della prima donazione.
In effetti le donazioni dei 35 pezzi fatte dalle figlie Elica e Luce sono state due, la prima nel 1984 definita nel 1988 che comprendeva La Pazza del 1910, Compenetrazioni iridescenti del 1912 e Dimostrazioni interventiste del 1915. Nel 1994 la figlia Luce ha indicato nel testamento come destinataria la Galleria di un altro gruppo di opere, affidando a Maurizio Fagiolo dell’Arco la scelta delle stesse. Tra queste Fallimenti del 1902, Ritmi di un violinista del 1912 e il progetto per Villa Borghese Parco del Daini.
L’esposizione al piano superiore della Galleria è veramente di grande importanza, interessante, poiché finalmente si può osservare in toto con capolavori lo sviluppo della ricerca di Balla.
Emilia Dodi