La giornata di Natale si chiude, a Roma, con una bella esibizione di Massimo Ghini al Teatro Quirino Vittorio Gassman: l’attore romano è, di questo lavoro del francese Florian Zeller, anche il regista, un regista in grado di seguire e gestire da maestro la lunga serie di equivoci che costituiscono la commedia.
Il testo di Zeller è brillante, scorrevole, alquanto elaborato per la verità, ma comunque in grado di provocare nello spettatore quell’ilarità che la serata giustamente richiede e Ghini, da parte sua,vuoi come interprete che come regista, ce la mette tutta per collaborare alla riuscita di questa esibizione della Compagnia “ La Pirandelliana “ composta da sette validi elementi tra loro molto ben affiatati, come un meccanismo perfettamente oliato che fa girare agevolmente tutti gli eventi ed i personaggi che appaiono in commedia.
Molto apprezzata l’introduzione, attraverso un filmato girato per le vie di Parigi, del problema costituito dal semplice desiderio di un qualunque signor Michel di ascoltare in santa pace un prezioso disco in vinile da lui reperito dopo anni di ricerche, ascolto apparentemente semplice ma complicato da una interminabile serie di accadimenti che, in concreto e spesso in maniera veramente comica, ne ostacolano l’ascolto.
Battute continue, a catena, tra loro intervallate da gustosi siparietti che, qualche volta però sfiorano l’ovvietà ed addirittura a moment i una latente noia per quanto si presentano ovvi ed addirittura inutili ( Michel che arrotolato in un tubo irrompe in scena quasi fosse un pagliaccio, o l’operaio idraulico esageratamente evidenziato pur essendo un personaggio minore ); molto buoni invece i dialoghi tra i vari personaggi tra i quali Ghini assume la veste di un vero e proprio mattatore in grado di intervenire sempre con la classe che lo distingue a gestire i vari momenti comici o drammatici che siano.Battute continue, a catena, tra loro intervallate da gustosi siparietti che, qualche volta però sfiorano l’ovvietà ed addirittura a moment i una latente noia per quanto si presentano ovvi ed addirittura inutili ( Michel che arrotolato in un tubo irrompe in scena quasi fosse un pagliaccio, o l’operaio idraulico esageratamente evidenziato pur essendo un personaggio minore ); molto buoni invece i dialoghi tra i vari personaggi tra i quali Ghini assume la veste di un vero e proprio mattatore in grado di intervenire sempre con la classe che lo distingue a gestire i vari momenti comici o drammatici che siano.
In effetti di dramma c’è ben poco, salvo le intenzioni dei personaggi di mettere a tacere una serie di contrattempi che messi insieme costituiscono l’anima della commedia: la paranoica moglie di Michel, Nathalie, egregiamente interpretata da una brava Galatea Ranzi, l’amica della moglie di Michel, Elsa, che Marta Zoffoli interpreta in forma sorniona e tale da rendere, sia pure in maniera non invadente, estremamente simpatico il personaggio dell’amica-nemica di famiglia della coppia Michel/Nathalie; e che dire del “figlio” della coppia protagonista, un modernissimo Sebastien a cui dà voce e volto Alessandro Giuggioli bravo quanto basta?
Tutto, però, a fin di bene; ed il bene sapete qual è? E’quello di poter ascoltare in pace il famoso disco di vinile per gustarselo dopo averlo tanto cercato e quando sembra che sia giunto il momento……………………
A latere della intricata storia, Pierre, marito di Elsa ed ex amico amante di Nathalie, a sua volta traditrice dell’amica con il marito Michel al quale la moglie confessa il tradimento non sapendo che a sua volta lo stesso Michel la tradisce con Elsa all’insaputa di Pierre che risulterà poi essere il “padre” di Sebastien.
Lunghi applausi, anche a scena aperta, per Massimo Ghini e per l’intera e sincronizzatissma compagnia che si esibisce su un accattivante palcoscenico le cui scene sono curate da Roberto Crea, tutti in grado di recepire un testo brillante, dai mille imprevisti ed in grado di divertire pur inspirando nello spettatore un certo pathos per sapere come andrà a finire una farsa dagli aspetti moderni ed anche un tantino cinici.
La commedia, che è stata rappresentata la scorsa stagione a Parigi ed ha anche formato oggetto della sceneggiatura di un film con Christian Claviert e Carol Bouquet, terrà il palcoscenico del Quirino fino all’8 gennaio 2017 con una particolare rappresentazione per la sera del 31 dicembre nel corso della quale è anche prevista una edizione speciale con cena a buffet e brindisi di mezzanotte.
Andrea Gentili