A tu per tu con Geppy Gleijeses

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Dopo il debutto in “prima nazionale” la scorsa estate, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, dopo circa 70 repliche, approda da martedì 10 gennaio al Teatro Quirino, Filumena Marturano. Con Mariangiola D’abbraccio e Geppy Gleijeses. Visum ha incontrato l’attore partenopeo.

Filumena Marturano è una delle opere più amate e conosciute di Eduardo De Filippo, diretta – alla sua prima regia di prosa teatrale – da Liliana Cavani e interpretata da Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses. Visum ha intervistato il protagonista maschile della pièce.
Geppy, com’è questa Filumena Marturano rivisitata da Liliana Cavani?

Direi ottima. Per la Cavani è la sua prima regia di prosa; passata dal grande schermo al palcoscenico, per questa occasione, prima aveva diretto solo opere liriche teatrali, rifiutando in passato di dirigere altri spettacoli teatrali”.

E’ stato allora fortunato ad averla come regista per il suo spettacolo.
Devo dire di sì. Un giorno mi sono trovato a casa sua e ho visto una fotografia che la ritraeva con il grande Eduardo, scattata sul set del suo famoso film, Il portiere di notte, degli Anni 70. Da lì, nella mia mente commenta – è scattato un qualcosa, una lampadina mi si è accesa: perché non proporre proprio a lei se avesse voluto curare la regia di Filumena Marturano? E’ stata molto felice della proposta e subito ha accettato. Ci siamo messi al lavoro, fatto provini per scegliere gli attori – continua – ed è venuto fuori un ottimo lavoro, una versione molto cinematografica. Del resto avendo una regista proveniente dal cinema, non poteva essere altrimenti”.

Lei ha delle affinità con il personaggio che interpreta, Domenico Soriano, Don Mimì?
Molte affinità con Don Mimì. Come lui mi piacciono molto le donne e i cavalli. Però il personaggio rispetto a me è un po’ più ‘scapocchione’ (spensierato). Sono molto contento di interpretare questo ruolo straordinario – fa sapere – lo faccio con grande piacere. Nei tre atti della commedia si vede l’evoluzione di Domenico, soprattutto nel terzo atto dove diventa da ‘cazzaro’ un uomo maturo, che si prende le sue responsabilità, offerte dalla vita. Liliana Cavani è rimasta fedele al testo – conclude –  pur dandogli un’impronta cinematografica. Io ho solo inserito, non previsto dal copione, un bacio. L’idea è piaciuta”.

Come è caduta la scelta su Mariangela D’Abbraccio per il personaggio di Filumena?
Veramente è stata Mariangela che mi ha scelto. Ha chiesto i diritti d’autore a Luca, figlio di Eduardo De Filippo, e poi ha chiesto a me se volessi interpretare il ruolo che era appartenuto ad Eduardo, a teatro, e al cinema a Marcello Mastroianni. Ho subito accettato, per me era un onore. Ci siamo subito trovati in sintonia, tra noi due c’è stato subito un perfetto feeling. Leggevamo le nostre parti e subito le imparavano; sembrava che da sempre avessimo recitato in questi due ruoli. Abbiamo avuto, e non voglio peccare d’immodestia, vasti consensi di pubblico e di critica. Ora, dopo circa 70 repliche, arriviamo a Roma, finalmente nel mio teatro. Sicuramente lo spettacolo troverà il gradimento del pubblico e degli abbonati”.

Filumena Marturano può essere considerata una commedia ancora attuale?
Sì, assolutamente. E’ di una modernità impressionante. Filumena, un ex prostituta, è una donna che rappresenta il popolo, alla ricerca di un ruolo, di una famiglia, di una dignità. Pur essendo analfabeta, c’è in lei una voglia di riscatto – dice l’attore – di accettazione, vuole che le sia riconosciuta la sua vita. Molte donne oggi, anche se diversamente da Filumena, hanno gli stessi problemi, la ricerca della loro identità”.

L’anno 2017 è appena iniziato. Cosa si aspetta dal futuro?
L’anno 2017 è iniziato bene e sono molto contento di come stanno andando le cose. Il Teatro Quirino è il primo teatro di Roma con 6000 abbonati, sempre più in aumento. Prima di me, tra il vecchio anno e quello nuovo, hanno scelto questo teatro, per le loro rappresentazioni, Gabriele Lavia, Massimo Ghini. Riguardo i miei spettacoli, come regista, continuerà la tournée de Sorelle Materassi, con Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati; come attore riprenderò, da maggio, Il bugiardo; poi al Quirino arriverà in primavera, dopo una tournée, Luci della ribalta, che vede impegnata mia moglie Marianella Bargilli. Mi auguro che il Governo, le istituzioni siano più sensibili ai problemi della cultura e del teatro”.

Giancarlo Leone

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