Si chiama Pietro Romano ed è Romano

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È in scena al Teatro Anfitrione di Roma, fino all’11 marzo, il nuovo e divertente spettacolo di Pietro Romano, da lui scritto con Gianni Quinto, ed intitolato Sono Romano e si sente. La regia è firmata da un’autorevole firma: Gino Landi.

È in scena al Teatro Anfitrione di Roma, fino all’11 marzo, il nuovo e divertente spettacolo di Pietro Romano, Sono Romano e si sente, da lui scritto, avvalendosi della preziosa collaborazione di Gianni Quinto, con il quale ha ormai formato un apprezzatissimo binomio. Questa volta, a differenza degli altri spettacoli, l’attore in questo one man show racconta la sua carriera, artistica e canora, forte della scuola dei più grandi Maestri, fruendo di musicisti e corpo di ballo, dismette maschere e costumi dei personaggi, per indossare i suoi, come a voler ripercorrere tutto ciò che ha fatto, dalla Commedia Musicale, alla Lirica, al Teatro, quello con la T maiuscola, sia classico che dialettale romanesco: le origini di una famiglia di artisti che chiaramente hanno segnato Pietro Romano dotato di un talento indiscusso che si manifesta narrando aneddoti e chicche esplicative di un’intera vita di scena.

Roma, anche questa volta, fa da illustre comprimaria. Protagonista effettiva della pièce è la poliedricità del talento di Romano in un meraviglioso deja vù, omaggiando uno stile perfetto e raffinato come è giusto che sia. In scena con Romano gli Allievi dell’Accademia Internazionale del Musical con musica tutta dal vivo.

In questo Sono Romano e si sente, anche se come ribadito è uno spettacolo diverso da quelli messi in scena in tutti questi anni, spicca la personalità di Pietro Romano che, per l’appunto, viene da una famiglia nella quale l’arte è stata sempre perno centrale, con una madre insegnante di musica e un padre che lasciò la carriera di polizia per fare l’attore.

L’attore, fin da piccolo, ha interpretato piccoli ruoli su set cinematografici importanti e in produzioni teatrali rilevanti, per poi studiare con Rendine nell’Accademia di Pietro Sharoff e iniziare la carriera di professionista.

Romano è un comico doc eccezionale che, con la sua mimica facciale buffa e spassosa, con le sue battute fulminanti e con il suo modo di coinvolgere la platea (esilarante quasi al finale quando sceglie sempre una signora, la invita sul palco e le fa impersonare, mentre lui canta, Lulù, il brano reso famoso da Aldo Fabrizi) riesce sempre a divertire e a farsi amare dal pubblico. Molto bravi gli Allievi dell’Accademia Internazionale del Musical, che cantano, ballano, accompagnando decorosamente Pietro Romano nelle sue performance. Il tutto condito dalla sapiente ed autorevole regia di un grande regista e coreografo, Gino Landi. Da vedere, imperdibile, per la bravura e la simpatia che suscita il comico.

Giancarlo Leone                        

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