Intervista a Elisabetta Cametti autrice di Una brava madre

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Intervista con Elisabetta Cametti
Intervista con Elisabetta Cametti

Intervista a Elisabetta Cametti autrice di Una brava madre. Questo romanzo, ben scritto, fuori da ogni clichè, orchestrato come una scena del crimine da cui si dipanano le storie di vittime e carnefici, è l’ultima fatica letteraria di Elisabetta Cametti, la regina del giallo. Visum l’ha intervistata.

Intervista a Elisabetta Cametti autrice di Una brava madre

Elisabetta, complimenti mi hi regalato una lettura intensa e originale. Nel romanzo  spicca la figura di donne-madri e donne-figlie. Perché hai scelto il ruolo della madre?

E’ una brava madre di Elisabetta CamettiMi sbagliavo quando credevo che non esistesse niente di più soggettivo del concetto di bene e di male. È la parola ‘madre’ ad avere un’infinità di interpretazioni: ci sono tante idee di madre quante sono le madri. In questo romanzo si intrecciano le storie di cinque donne. Ognuna di loro vorrebbe essere considerata una ‘brava madre’, ma sono le priorità che scelgono a influenzarne il successo”.

 

E’ un romanzo corale, pur essendoci due/tre figure da coprotagoniste. E’ stato difficile orchestrare una trama con tanti personaggi che agiscono sotto il riflettore senza sosta?

E’ una brava madre di Elisabetta CamettiSì, è stato un lavoro complesso, durato quasi tre anni. Il mio obiettivo era creare una trama avvincente e ricca di personaggi, per catturare l’interesse del lettore e portarlo a riflettere su un tema che diamo troppo spesso per scontato: la famiglia. È in famiglia che si esprimono i sentimenti più profondi, sia quelli positivi sia quelli negativi: amore, conforto, sostegno, ma anche solitudine, rabbia e ostilità. Sono i sentimenti profondi a segnare le nostre vite. ‘La famiglia può essere luce o buio assordante. Il pilastro che regge il nostro futuro o l’abisso in cui sprofondiamo. Non scegliamo i familiari, prendiamo quello che ci spetta: alcune volte sono una benedizione, altre un inferno’”.

 

Giorgia Morandi è la Liz Taylor del giornalismo, animata dal “desiderio di giustizia” si occupa di fatti di cronaca . Qual è il confine tra giornalismo e indagini?

E’ una brava madre di Elisabetta CamettiSono due competenze distinte. Ma se portate avanti con professionalità, attenzione e rispetto, possono essere complementari e innescare uno scambio virtuoso di informazioni per il raggiungimento del fine comune. È compito degli inquirenti svolgere le indagini. Ma il giornalismo investigativo di livello può aiutare a fare luce su alcuni aspetti. E consente al pubblico di “entrare nel caso”, di capire le dinamiche, di farsi una propria idea. L’obiettivo è lo stesso: condurre alla verità e garantire giustizia alle vittime“.

 

Annalisa Spada capo della sezione omicidi della squadra mobile di Milano, è una donna dedita al lavoro ma con una situazione difficile nella vita privata. Possiamo considerarla un personaggio speculare di Giorgia? Per entrambe il lavoro è una missione e una via d’uscita da se stesse?

E’ una brava madre di Elisabetta Cametti tramaAnnalisa Spada è una poliziotta votata alla giustizia, Giorgia Morandi è una conduttrice televisiva che ha fatto della ricerca della verità la propria missione. Sono due donne molto diverse nell’aspetto, nel modo di ragionare, nell’approccio alla quotidianità. Tuttavia, si somigliano molto: sebbene siano state messe a dura prova dalla vita che ha strappato loro quanto di più caro avessero, entrambe continuano a lottare per i valori in cui credono. Non si piegano al destino e guardano al futuro con determinazione“.

 

L’amore è sempre il filo sottile e robusto che lega le tue storie?

Intervista a Elisabetta Cametti“Sono i sentimenti a governare le nostre vite. ‘Siamo onnipotenti: siamo artefici della nostra sofferenza. Siamo noi a decidere chi amare. Siamo noi a decidere se tenere o lasciare andare. Moriamo con chi muore. Viviamo aggrappati a un’idea di sogno. Non accettiamo che l’esistenza sia una trappola di dolore. Ma sono le nostre attenzioni, le premure, i desideri a dare o a togliere valore. A trasformare qualcuno in qualcuno di importante. Siamo noi a decidere per chi vivere in prigione'”.

 

In questo romanzo si percepisce il tuo amore ma anche la tua sofferenza nello sviscerare situazioni e casi. Quanta Elisabetta scrittrice e esperta di cronaca c’è dentro?

Intervista a Elisabetta CamettiCredo che ormai sia impossibile separare ‘Elisabetta scrittrice’ da ‘Elisabetta esperta di cronaca nera’. La cronista testimonia come il male possa essere ovunque, anche qui e ora. La scrittrice lotta per dare voce alla speranza”.

 

La psicologia dei personaggi secondo me è molto dinamica senza stacchi. E’ un thriller psicologico in cui l’indagine psicologica toglie il fiato?

Questo me lo devi dire tu. Ho messo anima e pensiero in questo romanzo. Adesso posso solo augurarmi, che la vita che pulsa nelle sue pagine arrivi al cuore del lettore”.

 

Cristina Marra

 

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