X
    Categories: Spettacolo

Enrico IV al teatro Anfitrione

Enrico IV al teatro Anfitrione. In questo teatro  fino al 23 aprile, è in scena Enrico IV, di Luigi Pirandello, con la regia e l’adattamento di Marcello Amici, direttore della Compagnia teatrale La bottega delle maschere.

Enrico IV al teatro Anfitrione

Enrico IV al teatro Anfitrione. In questo teatro fino al 23 aprile, è in scena Enrico IV, di Luigi Pirandello, con la regia e l’adattamento di Marcello Amici, direttore della Compagnia teatrale La bottega delle maschere.

La differenza fra figlio legittimo e figlio illegittimo fra gli artisti tante volte è inspiegabile per mancanza di riconoscimenti che possono essere certificati. Per quello che riguarda il drammaturgo Luigi Pirandello, abbiamo la quasi certezza che nulla può essere più vero dell’assunto iniziale per Marcello Amici, figlio “legittimo” ma anche “illegittimo” del drammaturgo siciliano. Dopo più di vent’anni di interrotta stagione sulle opere di Pirandello, con la sua Pirandelliana, tutte le estati nel Giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino di Roma, il fondatore de La Bottega delle maschere si meriti ad honorem i due riconoscimenti, perché sicuramente Pirandello andrebbe fiero di questa caparbietà di Amici nel rendere omaggio al teatro dell’ambiguo e all’uomo insignito nel 1934 del Premio Nobel per la letteratura.

Enrico IV è la recita di una recita

Enrico IV è la recita di una recita. Finzione di una finzione, forse per questo appare così autentica. E’ il dramma dove il grande autore siciliano racconta la storia di un nobiluomo che, in seguito ad un incidente avvenuto durante una messa in scena a cavallo, nella quale interpreta il personaggio di Enrico IV, si convince di essere davvero lo storico imperatore tedesco e vive, ormai da vent’anni, circondato da amici e servitori che lo assecondano, la sua follia. L’unico uomo che potrebbe farlo rinsavire è un medico alienista che, insieme a tutti i personaggi che avevano preso parte alla mascherata vent’anni prima, cercano di aiutarlo con quella che oggi si potrebbe definire “terapia d’urto”.

Però, stranamente, nel corso di questa terapia, tutti si rendono conto che il nobile non è affatto malato, ma è solo un grande attore, che indossa una maschera di comodo e che quella caduta da cavallo non è stato un incidente vero e proprio, ma il tentativo ottimamente riuscito di un altro nobile di separare, il nostro protagonista dalla donna amata, ambedue adesso impegnati nel tentativo di guarire il folle, o l’apparente folle.

La follia può essere l’unica alternativa ad una vita di dolore

Non tutto andrà come si sperava, perché, molte volte a ragione, la follia può essere l’unica alternativa ad una vita di dolore. La grandezza di Pirandello è quella di aver messo in scena l’alienazione in un tempo in cui, siamo agli inizi degli Anni ‘20 del ‘900, la psicanalisi è ancora scienza in fasce. Il personaggio di Enrico è stato visto per lo più come un personaggio positivo, che sceglie di autoemarginarsi, piuttosto che integrarsi in una società conformista.

Marcello Amici da nuova vita a Pirandello con la sua interpretazione

Ancora una volta Marcello Amici, come interprete dell’Enrico IV, e tutta la sua Compagnia, composta come sempre da validi attori (tra i tanti ricordiamo, Tiziana Narciso, nel ruolo della Marchesa Matilde Spina, Martina Pelone, nel ruolo di sua figlia Frida, Vincenzo Ciolino, nel ruolo del giovane Marchese Carlo Di Nolli, Pier Giorgio Dionisi, nel ruolo del Barone Tito Belcredi, Francesca Sampogna, nel ruolo della dottoressa Dionisia Genoni), danno nuova vita a Pirandello, perché si nota l’immortalità dei temi trattati dall’autore siciliano, sempre così attuale e graffiante, da entrare nelle nostre menti e nei nostri cuori come nessun altro. Da vedere.

Giancarlo Leone

Giancarlo Leone: Giornalista specializzato in teatro