PDF/PRINT clicca quiUomo e Galantuomo al Quirino. Eduardo è in scena in questo teatro di Roma con la commedia in tre atti intitolata“ Uomo e Galantuomo “, con protagonisti Geppy e Lorenzo Gleijeses.
Uomo e Galantuomo al Quirino
Uomo e Galantuomo al Quirino. Dal 21 febbraio è in scena in questo teatro, con la avvertita presenza dell’animo di Eduardo, una commedia che Egli scrisse negli anni ’20, per dedicarla al fratellastro Vincenzo Scarpetta e che nel tempo ebbe a subire modifiche ed integrazioni tanto nel testo che nel titolo.
Uomo e Galantuomo l’ultima versione di Edoardo in scena al Quirino
L’ultima versione è proprio quella che Geppy Gleijeses e suo figlio Lorenzo recitano sul palcoscenico del teatro di Via delle Vergini, con l’apporto di attori del calibro di Ciro Capano, Antonella Cioli, Gino Curcione ed altri tra i quali si evidenziano Irene Grasso e Roberta Lucca che compongono la Compagnia Gitiesse Artisti Riuniti, la quale porta sulle tavole del Quirino una ventata di comicità vera, sana, ingenua ed efficace.
Uomo e Galantuomo – trama
Una scalcinata compagnia di attori è ospite a Bagnoli di un albergo dopo una “prima” rappresentazione, mal riuscita e mal accolta dal pubblico, e sta provando una nuovo lavoro da portare in scena la sera successiva, un lavoro destinato ad un altro fallimento. Le prove si svolgono in un’atmosfera quanto mai impacciata e colma di vera comicità, alla presenza di occasionali spettatori ospiti dell’albergo, che non riescono a trattenere le risa, non tanto per la comicità del lavoro, ma quanto per la inettitudine degli attori che, recitando, evidenziano la loro poco o nulla disponibilità economica. Non solo questo, ma anche i loro affari personali, gli intrecci amorosi al loro interno, la gravidanza della primadonna incinta del capocomico, e la “signorilità” del fratello di quest’ultima, che vuole riparare il danno creato con l’aver messo incinta una certa Bice, sposandola.
La pièce è una tragedia degli equivoci
E’ una “tragedia degli equivoci” che narra in forma assolutamente esilarante le varie vicende che si dipanano in storie di fame, di amori, di cose dette e non dette, di inettitudine, tutte culminanti in siparietti la cui comicità è assoluta, elegante, signorile, vera.
Tra questi siparietti si evidenzia il primo, quello delle prove del nuovo lavoro da portare in scena (che neanche a farlo apposta ha il titolo di “Malanova”, un’opera di Libero Bovio, che gli inetti attori riescono a massacrare provocando grandi risate, grazie alla abilità recitativa di un grande Geppy Gleijeses (il capocomico che si arrampica per tenere in piedi la sgangherata compagnia) e della generosa partecipazione degli attori, tra i quali primeggia la figura del suggeritore, personaggio assolutamente in linea con le ridotte qualità recitative dell’intera compagnia.
Rilevante anche la scena dell’ustionato: il capocomico urta una pentola di acqua bollente e si brucia la punta di un piede ed il tallone dell’altro, costringendosi a camminare in un certo modo: puntualmente, per dabbenaggine, sbaglia posizione dei piedi dando generando notevole ilarità, tra il pubblico in sala.
Geppy Gleijeses è alla settima interpretazione dei lavori del Grande Edoardo
E inoltre, intrecci amorosi che si mescolano a finte pazzie, messe in atto per coprire la dabbenaggine dei personaggi interpretati da una bella ed efficace compagnia di attori, tutti perfettamente nei rispettivi ruoli e, al riguardo, vale la pena di evidenziare come Geppy Gleijeses – allievo di Eduardo – che da quest’ultimo ebbe l’onore di rappresentare le sue opere – è, al momento, alla sua settima interpretazione dei lavori del Grande Edoardo.
Una commedia che riscuoterà notevoli successi di pubblico
A latere di Geppy, suo figlio Lorenzo, un astro in ascesa nel panorama teatrale italiano che si è già affermato in altri lavori, anche sotto la regia del padre, oltre ad Ernesto Mahieux ( Premio David di Donatello ) ed Armando Pugliese, alla regia di un lavoro che certamente riscuoterà notevoli successi di pubblico perché, diciamolo pure, costituisce una forma di novità, rispetto alle tradizionali opere nell’attuale cartellone del teatro Quirino.
Il lavoro resterà in scena fino al prossimo 5 marzo.
Andrea Gentili
