Intervista a Giancarlo De Cataldo per Dolce vita, dolce morte

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Intervista a Giancarlo De Cataldo

Intervista a Giancarlo De Cataldo per Dolce vita, dolce morte Rizzoli. L’autore noir, ha recentemente pubblicato per Rizzoli Novelle Nere, il noir intitolato Dolce vita, dolce morte. Visum lo ha intervistato.

Intervista a Giancarlo De Cataldo per Dolce vita, dolce morte Rizzoli

Dolce vita, dolce morte di Giancarlo De Cataldo RizzoliDolce vita, dolce morte di Giancarlo De Cataldo inaugura la collana Le novelle Nere di Rizzoli che propone romanzi brevi ispirati a delitti irrisolti affidati a grandi firme del panorama noir nazionale che ricostruiscono, interpretano e raccontano un cold case, le persone e i luoghi coinvolti. Gli anni Sessanta dorati e sfavillanti della Roma della Dolce vita sono anche macchiati e oscurati da delitti inspiegabili e irrisolti, come quello di una giovane donna tedesca risucchiata dall’ingranaggio della notorietà a tutti i costi, delle foto rubate per finire sulle copertine patinate, delle feste esclusive e esagerate. Uccisa da numerose coltellate inferte da una mano feroce e ignota, Greta cessa la sua giovane vita in un palazzo vicino via veneto, dove invece la vita “dolce” pullulava fino all’alba.

 

Dolce vita, dolce morte di Giancarlo De Cataldo RizzoliDe Cataldo snoda l’intreccio della storia tra la primavera del 1963 e quella del 1988 e intreccia le indagini sull’omicidio di Greta, a quella di Marcello che l’aveva frequentata per un periodo e ne conosce ambizioni e debolezze. Roma è ancora una volta la grande protagonista e l’autore la svela agli occhi del lettori con un ritmo cinematografico,  inserendo personaggi chiave che riportano a quel mondo a quella città eterna “una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene” come recita Mastroianni nel film di Fellini.

 

Giancarlo, con Dolce vita, dolce morta ci fai conoscere un nuovo protagonista, Marcello. Staccarti dal tuo Manrico è necessario o il personaggio seriale ti “perseguita” sempre? 

Si è trattato di un distacco temporaneo… Manrico è vivo e lotta insieme a noi, e tornerà presto. Non è persecuzione, comunque: fra lui e me si è instaurato un ottimo feeling…”.

 

 

Dolce vita, dolce morte di Giancarlo De Cataldo RizzoliDa pugliese racconti Roma, dalla Suburra ai quartieri alti. Il male in una città antica e magica come Roma come convive con la sua bellezza?

Roma ha sempre vissuto delle sua alterità: le tante Rome si sono costantemente compenetrate. Chiaro e scuro, notte e giorno si alternano verrebbe da dire “affettuosamente”. In questa città che è eterna anche nel suo perenne oscillare fra luminosità e tenebre. E’ vero che si potrebbe dire lo stesso anche di Londra, o di Parigi. Roma ha in più circa mille anni di storia, memorie, pietre e meraviglie che la rendono unica”.

Vita e morte possono essere entrambe dolci come recita il titolo?

No, la morte è sempre orribile, e chiaramente il titolo gioca sul “dark side” della Dolce Vita”.

Ripercorri gli anni Sessanta di via Veneto con personaggi realmente esistiti, scrittori, artisti, ricconi. “Gran parte di quel luccichio era solo apparenza” scrivi “dietro la quale si nascondevano superficialità, cinismo e cattiveria”. Sono stati anni molto noir?

Intervista con Giancarlo De CataldoSono stati gli anni in cui abbiamo scoperto il fascino, fra perverso e ineluttabile, della cronaca nera; la televisione, da poco nata, ha fissato per sempre immagini indelebili nel nostro immaginario; per la lettura della sentenza del caso di via Monaci (l’omicidio di una signora assassinata da un sicario ingaggiato dal marito) si creò una coda di diecimila persone sul Lungotevere… tanto più un’epoca è “noir” quanto più come tale è percepita. E gli anni Sessanta videro il trionfo di una certa cronaca pruriginosa”.

Marcello il protagonista, un chiaro omaggio a Mastroianni e Fellini, è un giovane non romano che si immerge nei ritmi della Dolce vita, ne trae benefici professionali, ma in fondo è una vittima di quel mondo che non gli appartiene?

Intervista con Giancarlo De CataldoNo, non è una vittima. Ha artigli abbastanza affilati per potersi difendere. Ciò che gli manca è la tenacia per inseguire gli obbiettivi più alti: scrivere il suo grande romanzo, per esempio. E’ indolente, seducente quanto sedotto dalla bellezza a cui si abbandona. Finché non si accorge che è troppo tardi, perché il tempo passa per tutti, anche per le belle e i belli. E’ un personaggio a cui guardo con tenerezza, nostalgia e un pizzico di severità”.

Tante donne in questo romanzo, Greta, Marianne, Carolina, con ruoli di vittime ma anche di rilievo in quel cambiamento epocale di lotte, conquiste e di diritti acquisiti. Tanti personaggi femminili ci sono sempre nei tuoi romanzi dalla Svedese a “Sbirre” a “Alba Nera”, quanto ti piace raccontare le donne e entrare nella loro psicologia? 

Intervista con Giancarlo de CataldoMi piace immensamente perché adoro le donne, e più invecchio, più imparo ad apprezzarle e a stimarle. Del resto, sono stato fortunato, ho sposato una donna eccezionale, e per capire se i miei personaggi femminili funzionano mi basta osservare le sue reazioni: se scuote la testa, vuol dire che sono fuori strada…”.

 

Cristina Marra

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