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Al MUDEC di Milano La voce delle ombre

 

Al MUDEC di Milano La voce delle ombre. Con il titolo “La Voce delle ombre Presenze africane nella parte dell’Italia settentrionale dal XVI al XIX secolo” è in visione al Mudec Museo delle Culture di Milano, questa mostra, visitabile sino al il 18 settembre 2022. E’ curata dal personale scientifico del museo. 

Al MUDEC di Milano La voce delle ombre

Questa mostra fa conoscere come la schiavitù più o meno intesa verso i popoli di colore africani, si presentasse anche in quella che diventerà poi l’Italia anche nei secoli passati. Il personale scientifico del Mudec si è adoperato per poterlo dimostrare tramite opere d’arte nelle quali le persone di origine africana erano presenti, soprattutto in Italia settentrionale.

 

 

La Voce delle ombre Presenze africane nella parte dell’Italia settentrionale dal XVI al XIX secolo

La mostra, infatti inizia con le testimonianze dove ci sono presenze africane. Apre la mostra un documento della Venerabile Fabbrica del Duomo, in cui uno schiavo nero, viene acquisito da Gaspare Ambrogio Visconti, nel 1486.

Nella prima sezione Ombre senza volto, si vede chiaramente come la schiavitù pur presente non era poi così diffusa. In questa sezione3 le presenze di origine africana sono servitori nell’ombra dei loro Signori e come capostipite c’è il Ritratto di Laura Dianti con giovane servitore realizzato da Tiziano nel 1627 circa.

Il soggetto ritratto viene perseguito nel tempo, come dimostra il doppio ritratto dal Conte Manara con il suo servitore etiope del 1642, scelto come immagine guida della mostra.

La voce delle ombre- mostra divisa tre sezioni

L’esposizione prosegue con la sezione intitolata Leggenda e tradizione. dedicata alle opere che documentano come nell’immaginario visivo di artisti e committenti italiani, fossero presenti figure originarie dell’Africa. Questa volta centrali alla rappresentazione, dove vengono raffigurati come personaggi straordinari, come nell’Adorazione dei Magi di Genovesino o della domestica di Giuditta.

Il titolo della terza sezione è In carne e ossa. Qui sono esposte le opere dove il corpo nero è finalmente protagonista, come nel caso di Muley Xeque, Don Filippo d’Austria, Infante d’Africa e Principe del Marocco, convertitosi al cristianesimo e quindi diventato una sorte di simbolo contro gli infedeli. Nonchè Andrea Auguyar, ex schiavo uruguayano che segui’ Garibaldi in Italia, e partecipò ai fatti della Repubblica romana del 1849, nobilitato dalla partecipazione dell’epopea risorgimentale.

La voce delle ombre- catalogo Silvana Editoriale

La mostra si chiude con la sezione a cura di Theophilus Imani, ricercatore visivo italiano di grande interesse, di origine ghanese, con i dittici fotografici Echi e Accordi.

L’esposizione vuole essere un primo passo di ricerca su un tema complesso, dalle molteplici implicazioni sociali, come dice il direttore Marina Pugliese. “Dare voce alle ombre vuol dire iniziare a risarcire le mancanze e tendere verso una articolazione tanto complessa, quanto necessaria negli studi storico artistici, sia più in generale, nella percezione collettiva delle immagini”.

Il percorso è a ingresso libero e il catalogo edito da Silvana Editoriale.

Savina Fermi

 

Savina Fermi: Appassionata d'arte, scrivo da sempre per diverse testate online, Sono una giornalista facente parte della 'vecchia guardia'. Non uso i Social per scelta.