Guanda ha recentemente pubblicato Bestiario di Pablo Neruda, con le illustrazioni di Luis Scafati. Il testo celebra dodici animali, con odi dedicate alle loro abilità, solitudini, malinconie, imperfezioni.
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Bestiario di Pablo Neruda edizioni Guanda. Il testo celebra dodici animali con odi dedicate alle loro abilità, solitudini, malinconie, imperfezioni, che incuriosiscono Pablo Neruda e che non appartengono ad animali “eleganti”.
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Raccolte dall’ispanista Giuseppe Bellini, che “avanza l’idea che gli animali in Neruda fondino il mondo americano e arrivino da quell’ansia di trovare la voce che è stata ridotta al silenzio dalla Conquista”, le odi sono tradotte da Ilide Carmignani e accompagnate, dalle suggestive illustrazioni di Luis Scafati.
Gli animali di Neruda rispecchiano incompletezze o debolezze, sentimenti o mancanze e raccontano storie anche legate a esperienze personali del poeta.
Dal cavallo che “viene zoppicando, a stento avanzano le sue quattro zampe e la sua testa immobile è torre di tristezza, e così viene alla mia ode, così il cavallo viene a farsi cantare”, al gatto “piccolo imperatore senza orbe, conquistatore senza patria, minima tigre da salotto”, al gabbiano “magnolia piumata, triangolo sorretto dall’aria su in alto”, al gallo ”nero e bianco, eretto, sintesi della virile integrità campestre”, alla familiare lucertola, “l’infanzia, la primavera vicino al fiume pigro, sei tu”, nel poeta “predomina l’impossibilità di essere loro, di essere compreso e di arrivare là dove si cancellano le frontiere e le forme” come riporta Reina Marìa Rodrìguez nel prologo introduttivo.
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Nel percorso poetico del poeta, premio Nobel nel 1971, c’è il desiderio di comprendere e farsi comprendere, Allora gli animali che omaggia diventano la proiezione della natura a lui cara, delle ambientazioni familiari della sua terra, “perciò signori io me ne vado a conversare con un cavallo, che mi scusi la poetessa e mi perdoni il professore, ho la settimana occupata, devo ascoltare a fiumi”.
Cristina Marra