Al teatro Manzoni in scena SLOT

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Al Teatro Manzoni di Roma, fino al 14 novembre, è in scena Slot, uno spettacolo sulla ludopatia di Luca De Bei, anche regista, scritto su misura per Paola Quattrini, Paola Barale e Mauro Conte.

Al Teatro Manzoni di Roma, fino al 14 novembre, è in scena Slot, uno spettacolo sulla ludopatia di Luca De Bei, anche regista, scritto su misura per Paola Quattrini, Paola Barale e Mauro Conte.

Due generazioni, una famiglia allargata, due storie di donne che si intrecciano e come per magia diventano complici, quando uno dei problemi si replica e sovrappone. E ancora il gioco d’azzardo, la solitudine, l’amore infinito, quasi soffocante per un figlio, l’allegria sciocca di un uomo non più giovane che pensa di poter avere tutto. C’è questo nello spettacolo, ci sono davvero tante piccole parti della vita di ciascuno di noi.

Slot: uno spettacolo sulla ludopatia in scena al Manzoni 

Inizialmente quando la pièce fu pensata, i personaggi dovevano essere solo due: Alessandra, vittima della ludopatia, e suo figlio Marco, insegnante precario di scuola media, il cui sogno da ragazzo era di diventare campione di nuoto. Il figlio cerca di far vedere alla madre, che non le è stata mai vicino, la realtà e di aiutarla ad uscire dalla trappola del gioco d’azzardo, in cui lei è diventata vittima.

I due ruoli sono magistralmente interpretati da Paola Quattrini e Mauro Conte. L’autore e regista Luca De Bei, poi, ha aggiunto un terzo personaggio, Giada, la seconda moglie dell’ex marito di Alessandra, interpretata magnificamente da Paola Barale. Il figlio rimane a lungo in scena poiché è proprio lui il “trait-d’union” tra le due figure femminili.

Paola Quattrini e Paola Barale in scena con Slot al Manzoni

Il testo è divertente, ritmato, dove sono numerosi i colpi di scena e non mancano dialoghi serrati, profondi, taglienti che hanno per oggetto lo stato che approfitta del vizio del gioco per incassare soldi. I tre interpreti che hanno continui battibecchi durante l’intera durata dello spettacolo, sono allo stesso tempo vittime e carnefici degli altri, i personaggi sono molto variegati. Le cose dette e non dette nelle due ore di spettacolo, alternano perfettamente comicità frizzante e momenti toccanti.

Una pièce divertente e con  momenti toccanti

La pièce è suddivisa in due atti con cambi di scena a vista. Paola Quattrini recita il ruolo di una madre chioccia, apprensiva, ma anche di una moglie ferita dai continui tradimenti del marito Carlo, un politico e scrittore, nel contempo è anche una donna cinica ma vulnerabile.

Il vizio del gioco, delle slot machine l’ha resa una donna fuori dalla realtà quotidiana, facendole perdere risparmi, energie, sonno, inducendola ad essere morosa nei pagamenti dovuti all’amministratore del palazzo dove abita e a rubare. Nel finale tenta il suicidio, ingerendo una grande quantità di pillole, ma si salverà con una lavanda gastrica.

Il vizio del gioco al centro di Slot

Giada (Paola Barale), un’avvenente ex modella, ora insegnante di yoga, pur essendo una donna matura e con i piedi ben piantati per terra, perderà presto le certezze che credeva di possedere, quando scopre di essere anche lei vittima dei tradimenti del marito con cui ha fatto un figlio, Giacomino. Ad aiutare Alessandra che sembra una donna solare, in realtà nasconde una disperazione innata, arriva proprio la giovane rivale, causa delle sue depressioni dovute anche alla dipendenza del gioco.

Grazie alla sua amicizia troverà il coraggio di guardarsi dentro, iniziando la risalita da un tunnel buio che la porterà, grazie all’aiuto di uno psicologo, a farla finita con il gioco d’azzardo. Un aiuto importante gli verrà dato anche dal figlio: che non si lascia incantare dalla falsa allegria della madre e dalle bugie. Marco le dirà, mentre lei è sdraiata sul letto di un ospedale, di aver intrapreso una relazione con una sua collega insegnante, Maria Letizia. Quest’ultima, così come Carlo, Giacomino e la  sua nurse, non sono mai presenti.

I tre attori in scena ben compenetrati nei rispettivi ruoli

Il tema ricorrente dello spettacolo, la cui vicenda è ambientata a Roma, è il fascino ammaliante del gioco d’azzardo, che ti illude con una vita scintillante da cui si possono riscattare errori compiuti e mortificazioni subìte. I tre attori che vediamo in scena sono ben disegnati dal regista Luca De Bei, anche drammaturgo, sceneggiatore molto apprezzato. Il suo testo è molto arguto e divertente. Conseguentemente la commedia ne è una prova convincente perché scandaglia bene  l’animo umano, analizzando i problemi di una famiglia travagliata da molti problemi.

Paola Barale è padrona della scena 

Al bravissimo Mauro Conte, si aggiunge l’altrettanto brava Paola Barale, spigliata, padrona della scena. Il suo personaggio, Giada, le è cucito addosso, così come quello di Alessandra, interpretata da Paola Quattrini, sempre magistrale in scena. Sicuramente da vedere, imperdibile.

Giancarlo Leone    

 

 

 

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