Checco Zalone: un italiano in Africa

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L’attore pugliese, per la prima volta in veste di regista, ha presentato, in un’affollatissima conferenza stampa, il suo ultimo film, Tolo Tolo, che arriverà in 1200 sale il 1° gennaio. Il suo personaggio è una metafora dei tempi attuali.

C’è grande attesa per l’uscita dell’ultimo film di Checco Zalone, all’anagrafe Luca Medici, Tolo Tolo, nelle sale cinematografiche, ben 1200, dal prossimo 1° gennaio. Questo film, a differenza degli altri, da uno come Zalone non te l’aspetti perché non ha la forza comica dirompente delle sue precedenti pellicole e più che un film comico che fa ridere, è una commedia che fa sorridere. Dietro si vede che nella sceneggiatura c’è il tocco di Paolo Virzì, non per questo non possiamo dire che non sia un buon film.

Tolo Tolo segna il debutto alla regia di Zalone, che si firma con il suo vero nome, Luca Medici, per un film più politico e maturo del comico pugliese, che è stato sempre campione d’incassi. Con molta ironia e savoir faire Zalone in questo film mette in evidenza le debolezze dell’italiano medio che si veste tutto firmato (Armani, Missoni…), che quando è stressato fa uscire il Mussolini che è dentro di lui, e che per vivere meglio fa anche il disonesto. Ma qualche volta affronta un tema alquanto scabroso di attualità e nel contempo tragico, quello dei migranti, facendo vedere nel film immagini di forte impatto e spessore umano.

Nel film l’attore interpreta Checco, un uomo inseguito dai creditori, che si rifugia in Africa, ma per colpa della guerra civile dovrà far ritorno, suo malgrado, in Italia. Affronterà un viaggio, tra il deserto e il mare, su pullman e barconi con i suoi compagni di avventura, Oumar (Souleymane Sylla), appassionato del Cinema Neorealista che sogna di fare il regista e che poi tradirà nel viaggio i suoi compagni, l’affascinante e impavida Idjaba (Manda Touré) e il piccolo Dou –Dou (Nassor Said Birya).

La storia è ambientata tra Kenya, Marocco e Malta. Sicuramente l’uscita del film prodotto da Medusa di Pietro Valsecchi farà discutere e dividerà il pubblico ancora una volta più di quanto lo stia facendo ora per via delle critiche nate con la canzone – trailer Immigrato, per la quale Zalone è stato accusato di razzismo.

Nel corso della conferenza stampa del film, il regista-attore ha dichiarato: “Mi aspettavo qualche polemica, ma non avrei mai pensato di finire sulle prime pagine dei giornali o al centro dei dibattiti in Tv. Ad un certo punto mi sono stancato di seguirle e comunque sono state una bella campagna pubblicitaria. Oggi ci sono i social. Ogni commento negativo viene subito amplificato dalla stampa”.

Zalone è stato anche accusato di aver fatto un film sessista e maschilista. Pronta la replica sempre in conferenza stampa: “Non mi appartengono. Di Idjaba non si vede neanche un seno, un fondoschiena, niente docce. Le ho dato un personaggio molto interessante e sarà lei da vera guerriera a portarci in salvo”. Quello che ha raccontato il comico in Tolo Tolo è l’egoismo dell’uomo.

Tra le bombe lui pensa solo ai suoi guai in Italia ed è incapace di guardare verso gli altri. “Il mio personaggio è una metafora dei tempi attuali: incapace di guardare al di là dei cavoli suoi, rimane imperturbabile di fronte agli eventi del mondo”. Ma a Zalone, che si è ispirato ad Alberto Sordi, che ha fatto a pezzi vizi e misfatti dell’italiano medio, non interessava fare un film politico. Ha dichiarato: “Tutto è politico. E’ un film che va al di là, parla di accoglienza, di persone che cercano un futuro”. A lui non interessa neanche sapere quale politico andrà a vedere il suo film.

Sarei curioso – ha ammesso – di sapere cosa ne pensano il Presidente Mattarella e il Papa. Resto umile. Se Salvini dovesse vederlo, lui è espressione della gente, forse sarà la gente a sentirsi chiamata in causa, ma non mi pongo il problema”.

Nel film c’è anche un personaggio interpretato da Gianni D’Addario che ricorda i nostri attuali politici. Divertente, invece, il cameo che ha fatto fare a Nichi Vendola, ex governatore della Puglia, dove interpreta sé stesso mentre, alle prese con il giardinaggio in un trullo, risponde verbosamente al telefono a Zalone che gli chiede aiuto dall’Africa.

Per anni l’attore è stato diretto nei suoi film da Gennaro Nunziante e in proposito ha detto: “Ci sentiamo meno, ma siamo sempre amici. Tolo Tolo lo avrebbe dovuto dirigere Virzì, ma poi mi sono reso conto che glielo stavo rubando. Questa nuova esperienza da regista è stata stressante e mi ha creato molta ansia”.

Giancarlo Leone

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