7 anni: una condanna che qualcuno dovrà scontare al Teatro della Cometa

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E’ la classica “recitazione da camera”, un kammerspiel alla tedesca alla maniera di Max Reinhardt, attraverso la quale José Cabeza e Julia Fontana, con un testo carico di suspence, coinvolgono lo spettatore nella necessità di adottare una decisione antipatica ma necessaria. Uno dei quattro soci di un’azienda che produce software, dovrà assumere il ruolo del capro espiatorio per scontare la pena prevista per reati fiscali commessi dalla gestione dell’impresa.

Perché uno dei quattro soci dovrà affrontare il carcere? Perché il fisco sta controllando i conti dell’azienda che, non essendo in regola, provocheranno per la società una condanna penale che uno dei soci dovrà scontare. Una decisione assai difficile da prendere quella dell’individuazione del capro espiatorio, tanto che i quattro ricorreranno alla nomina di un arbitro, per trovare quella pesante risposta alla domanda che si pongono: un mediatore astuto, invisibile, determinante che a furia di aneddoti guiderà i quattro sulla strada “giusta”.

Sembrerebbe una decisione facile da assumere dati i precedenti di stretta collaborazione tra i soci, ma, in effetti, la cosa non è poi così semplice perché nel corso del serrato confronto dal quale dovrà emergere il nome del “colpevole” designato per affrontare il carcere, emergono i più oscuri sentimenti che ognuno dei “giocatori” di questa affascinante partita a scacchi basata sull’analisi intimistica e psicologica analizzata come attraverso una lente di ingrandimento, fa emergere mettendo a nudo si l’amicizia e l’amore, ma anche la codardia e la meschinità che finiranno per trasformare i soci prima da collaboratori a vittime, per poi relegarli all’umiliante ruolo di carnefici.

7 anni è uno spettacolo convincente, sottilmente venato di risvolti psicologici e di interrogativi sulla umana natura, una natura che induce ogni uomo a tentare di salvarsi istintivamente dai pericoli che lo incombono, anche ricorrendo a mezzi non proprio esemplari.

 

Il testo che cattura l’attenzione del pubblico da vita ad uno spettacolo diretto con maturata esperienza da Francesco Frangipane ed interpretato da un convincente Giorgio Marchesi cui si affiancano Massimiliano Vado, Pierpaolo De Mejo, Arcangelo Iannace e Serema Iansiti nella parte dell’esperta, ma caratterialmente vulnerabile contabile dell’azienda.

Lo spettacolo, da vedere, resterà in cartellone fino al prossimo 1° dicembre

Andrea Gentili

 

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