E’ dedicato a papà (ma anche alla mamma) il recital di Marco Zadra in scena sino al 19 maggio al Teatro della Cometa di Roma.
E’ una storia densa di umanità quella che Marco Zadra, l’interprete ed autore di questo recital sta portando in scena al Teatro della Cometa dallo scorso 2 maggio e che terrà il palcoscenico fino al prossimo 19. Umanità perché non è tanto usuale rendere omaggio ai propri genitori in maniera quasi accorata, tanta è la riconoscenza che deve loro per il modo in cui lo hanno cresciuto ed educato.
“L’ultimo recital” è anche una storia di vita, un viaggio a ritroso nel tempo della vita dell’autore, regista ed attore, un inno all’amore con il quale i suoi genitori, anche loro figli d’arte, lo hanno indirizzato alla vita attraverso sacrifici che oggi le nuove generazioni non conoscono e forse non sanno neppure comprendere.
Marco racconta affabilmente un periodo di vita che ha inizio addirittura dalla emigrazione in Argentina del nonno e termina, drammaticamente, nel 2001, con la morte del padre, pianista, avvenuta a Roma sul palcoscenico del Teatro Ghione nel pieno della esecuzione di una suonata di Chopin, un notturno che lo accompagnò nell’al di là come un coro di angeli.
Nel racconto di Marco Zadra, bravissimo nelle sue espressioni, nei ricordi, negli atteggiamenti che passano senza soluzioni di continuità dal drammatico al comico in un crescendo travolgente di ritmi che hanno come sottofondo, purtroppo, la morte, quella morte che ha segnato la sua vita, tanto nei racconti che gli pervenivano da ragazzo, quanto da adulto quando ha dovuto constatare quanto fosse ingiusta ed inarrestabile la ruota della vita, emergono riflessioni poetiche ed umane di assoluta rilevanza.
“L’ultimo recital“, che si avvale delle scene e dei costumi di Francesca Romana Misiti è, in fondo, una potente riflessione sulla vita e sulla morte, riflessione condotta senza minimamente contestandone il divenire, ma semplicemente constatandone la imperturbabile ingiustizia.
Andrea Gentili