De Chirico-De Pisis a Domodossola

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E’ in corso a Domodossola e resterà aperta fino al 31 ottobre 2018, la mostra “De Chirico/De Pisis, La Mente Altrove” curata da Antonio d’Amico nuovo Conservatore delle raccolte del Comune. Le opere dei due artisti sono messe a confronto con quelle del Seicento napoletano. Catalogo Silvana Editoriale.

La mostra che è promossa dal Comune di Domodossola in collaborazione con la Fondazione e l’Associazione Ruminelli, la Fondazione Comunitaria del VCO e l’Associazione Musei dell’Ossola, presenta nella Chiesa-Museo del duecento di Palazzo San Francesco, una serie di nature morte che vede come due grandi artisti sognatori, le hanno raffigurate in modo metafisico a confronto con artisti seicenteschi di derivazione caravaggesca. Le opere arrivano da prestigiose collezioni private italiane e estere.

Quest’esposizione è la prima che cura Antonio D’Amico nuovo Conservatore delle raccolte civiche, e quindi presenta opere di estremo valore tra le quali La natura morta del 1942 che Giorgio Morandi ha donato a Carlo Ludovico Ragghianti, pezzo raro, testimonianza della stima dell’artista verso il grande critico. Bisogna dire che Giorgio Morandi non solo non era disposto a regalare alcuna sua opera, ma desiderava scegliersi anche gli acquirenti.  Degli artisti del titolo ci sono opere preziose che con il linguaggio della metafisica guardano ai sogni.

Filippo de Pisis in questo senso ha dichiarato: “la metafisica (poesia in altre parole) che si sprigiona da un’opera d’arte non si riferisce alle forma più o meno astratte in cui essa è composta, ma allo spirito che lo informa”……”La metafisica è fatta spesso di semplicità , chiarezza, sonorità e palpito che di ricerca e di aridità”. Le nature morte che sono animate in de Pisis, risultano inanimate in de Chirico; le vedute cittadine dove appaiono persone piccole o grandi o nessuna, vivono nel silenzio spaziale, mente nei ritratti  entrambi mettono in luce la psicologia del personaggio.

I due artisti hanno una particolare sensazione del tempo che è quella psicologica, scoprendo che ogni cosa possiede un’anima e ha qualcosa da raccontare, lasciandosi estraniare dalla realtà e lasciandosi trascinare dal sogno. Questa mostra intende aggiungere a quelle che ormai sono state dedicate a questi due artisti, un nuovo modo di guardarli per confrontarli con le Nature morte del Seicento di Giuseppe Recco, Giovanni Battista e Giovanni Battista Ruoppolo.

 

Giuseppe Recco,
Natura Morta,
anni 30 del Seicento

Durante il percorso vicino alle nature morte con pesci e ostriche si vede quella della stessa natura eseguita da Ruoppolo nel Seicento e anche un acquarello di de Pisis con vaso di fiori di montagna, è affiancato da una tela con vaso di fiori di Giuseppe Recco.

Il percorso, che ha una ambientazione metafisica, si chiude con la famosa tela di Giorgio Morandi.

Savina Fermi

  

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