Damiano e Fabio D’Innocenzo. Due fratelli gemelli di ventotto anni, con la passione del cinema, cresciuti tra Tor Bella Monaca, Lavinio ed il litorale di Anzio. Senza televisione e con pochi Vhs –sempre gli stessi– come ammettono loro stessi, Natale in casa Cupiello e Dumbo – ed un grande interesse per i libri che divorano un po’ alla rinfusa.
Due gli interessi fondamentali che li hanno sempre animati, la fotografia ed il cinema, con tanti film che finalmente potevano scaricare sul pc casalingo. Ed eccoli così al loro primo film, La terra dell’abbastanza, già passato per l’ultimo Festival di Berlino con un lusinghiero successo di pubblico e di critica e che vedrete in sala da domani 7 giugno , prodotto da Pepito Produzioni con Rai Cinema, e da Agostino, Giuseppe e Maria Grazia Saccà, e distribuito da Adler Entertainment.
Al centro del lavoro c’è la periferia romana con poche luci e tante ombre… il mai dimenticato Ruggero Orlando, capostipite dei giornalisti televisivi, usava dire di posti invivibili ‘è l’inferno dei vivi’. I fratelli D’Innocenzo citano invece Italo Calvino, ‘l’inferno dei viventi, non è qualcosa che sarà, se ce n’è uno è quello che è già qui. L’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Ci sono due modi per non soffrirne. Quello che riesce facile ai più è accettarlo e diventarne parte. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui…Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno non è l’inferno, e farlo durare, dargli spazio.”
Il film, girato a Porta di Nona, “una periferia magica con le casette colorate tra Pasolini, Tim Burton e Wes Anderson” è già stato venduto a numerosi Paesi, tra cui Cina e Paesi Bassi, e, pare che alle porte, ci siano già due remake uno negli States, e l’altro in Francia.
Importante l’incontro con Matteo Garrone che, appena conosciuti, li ha subito coinvolti nella sceneggiatura di Dogman. Per loro però, a prevalere sempre e su tutto, è “la tenerezza ed il valore dell’abbraccio”.
I due gemelli sono entusiasti, e parlano della loro creatura, con gli occhi che brillano… “Il nostro è, più che altro, un film sull’amicizia ambientato in un posto di preannunciata sconfitta. Ma, come si può sfuggire alla coattagine? Per noi è stato semplice, ci ha aiutato la cultura che avevamo in casa”.
Mariangiola Castrovilli