Marco Falaguasta, attore di fiction e di teatro, bello e affascinante fino al 21 gennaio è in scena al Teatro Golden con il suo spettacolo, scritto con Tiziana Foschi, che ne cura anche la regia, Non si butta via niente.
Marco, parliamo di questo spettacolo. Perché questo titolo che sa tanto di risparmio?
“Più che risparmio, è un’esortazione a prendere tutto quello che la vita ci offre, di avere più fiducia nei confronti della vita. Ciò che viene preso come tema della serata – spiega a Visum – è la realtà quotidiana che tutti noi viviamo e che viene mostrata nelle sue sfaccettature più grottesche, ma di grande impatto emotivo. La pubblicità, unita alle regole dettate dal consumismo, è il fulcro della storia, nella società odierna, dove i pubblicitari la fanno da padroni con il risultato dell’accumulo di tanti oggetti inutili, la corsa folle e dannosa all’acquisto di ciò che oggi appare nuovo e domani sarà già vecchio. Insomma c’è il bisogno di circondarsi del superfluo”.
Oggi si è tutto velocizzato, c’è la corsa all’acquisto
“Oggi la parola d’ordine è comprare: ci sembra di aver bisogno di tutto, anche se poi in verità non abbiamo bisogno di grandi cose. Cerchiamo di rallentare questa corsa al consumismo. Forse oggi uno più è malinconico, più, comprando – commenta – cerca di appagare il suo stato d’animo. Recuperiamo il concetto di attesa e staremo meglio: oggi, ad esempio, neanche si vuole più aspettare che esca il caffè dalla vecchia e cara moka. Si ha fretta di prendere il caffè, velocizzando o meglio ammortizzando una pausa d’incontro fra due persone, i rapporti umani”.
Un messaggio che vuole lanciare questo spettacolo?
“Più che messaggio, sono delle riflessioni che io faccio ogni sera con il pubblico e devo dire, e questo mi fa felice, che il pubblico la pensa come me. Interagisco con il pubblico e ogni sera io e le persone che faccio riflettere arriviamo alle stesse conclusioni. Stesse manie, fobie, abitudini”.
E lei, nella sua vita privata è uno che butta o che tende a conservare?
“Io butto con semplicità disarmante, dopo qualche mese se un oggetto non lo uso, lo butto. Ma se anche ho un numero nel mio cellulare e per mesi non lo utilizzo, lo elimino subito, lo cancello dalla memoria”.
“Ci sono dei personaggi che animano la piazzetta di fronte a un palazzo, che è la scenografia: c’è Marco Fiorini, uno stimato professionista che abbandona mobili vicino ai cassonetti, pensando di non essere visto. Poi c’è Valeria Nardilli, una prostituta bohemien, bizzarra e riflessiva, tanto bella quanto intensa; Claudia Campagnola, una netturbina dalla battuta tagliente e dall’animo poetico, che raccoglie pensieri scritti sulla carta tra i rifiuti”.
“Porterò in giro questo spettacolo in tournée, ma diventa un one man show, ci sarò solo io in scena. Ad aprile, invece, per Mediaset comincerò a girare una fiction, ma ancora è tutto top secret”.
Giancarlo Leone