Nell’anno che ricorda i 150 anni della nascita di Luigi Pirandello, la Pirandelliana – la rassegna giunta quest’anno alla XXI edizione, tra le più attese dell’estate ad opera dell’attore e regista Marcello Amici, con La Bottega delle Maschere – mette in scena, a giorni alterni, due opere del grande drammaturgo siciliano: Così è (se vi pare), rappresentata tutti i martedì, giovedì e sabato e Pensaci Giacomino! rappresentata tutti i mercoledì, venerdì e domenica. Visum ha incontrato Marcello Amici.
Marcello, perché quest’anno ha scelto queste due opere per la XXI della Pirandelliana?
“Con queste due commedie scritte esattamente 100 anni fa da Pirandello, volevo affrontare i temi della verità e dell’apparenza. Ma andiamo con ordine. In Così è (se vi pare), vicenda drammatica tratta dalla novella ‘La signora Frola e il signor Ponza, suo genero’, si tratta la problematica dell’inconoscibilità del reale, dove ognuno può dare una propria interpretazione che può non coincidere con quella degli altri. In questa commedia – sottolinea l’attore – la signora Flora che sua figlia è viva mentre è creduta morta dal genero viene ridata in moglie, ma come se fosse un’altra donna, è vera quanto la storia del signor Ponza che afferma, invece, che sua suocera sia pazza perché ritiene viva la figlia, mentre è morta da quattro anni e quella che ha sposato è una seconda moglie”.
E allora da ciò cosa ne deriva?
“Ne deriva che è impossibile riconoscere la verità assoluta, perché non esiste un’unica forma di verità. La realtà viene percepita da ciascuno in modo diverso: ogni persona ha un proprio modo di vedere la realtà, tante realtà quante sono le persone che credono di possederla e dunque ognuno ha una propria ‘verità’”.
Il tema invece di Pensaci Giacomino!?
“La contraddizione tra realtà e apparenza. Conosciamo la storia della pièce. Agostino Toti, anziano professore di ginnasio, si sposa con la giovane Lillina, messa incinta da un suo ex alunno, Giacomino Delisi, per far dispetto al governo che gli ha sempre dato un misero stipendio: così obbligherà lo stato a continuare a pagare la pensione anche dopo la sua morte. E la giovane moglie potrà continuare a vedere il suo Giacomino, senza che il prof. Toti lo venga a sapere: in realtà lo sa, ma deve far finta di non saperlo. La morale in tutto ciò? L’uomo non può conoscere la realtà poiché non sa distinguere ciò che appare da ciò che è realmente. Ci si ferma alle apparenze e difficilmente si cerca di scomporre la realtà per riflettere e capire ciò che si ha di fronte. L’uomo ricopre solo un ruolo nella società, egli appare e basta”.
Oltre Pirandello, predilige qualche altro autore?
“Certamente. Mi hanno sempre affascinato il drammaturgo e giornalista Pier Maria Rosso di San Secondo e il drammaturgo, scrittore e poeta svedese Johan August Strindberg”.
Tra le commedie di Pirandello qual è la sua preferita?
“I giganti della montagna, un dramma, rimasto incompiuto, che appartiene a quella parte di produzione pirandelliana che può essere definita surrealistica”.
Giancarlo Leone