Glenn Brown a Firenze

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Portrait of GLENN BROWN

Nel Museo Bardini di Firenze c’è l’esposizione dell’artista contemporaneo inglese Glenn Brown (1966) con una trentina di opere tra dipinti, disegni e sculture. E’ curata da Sergio Risaliti e Antonietta Nesi e promossa da Mus.e e Galleria Gagosian, restando aperta fino al 23 ottobre 2017.

Glenn Brown
Drawing 10 after Rembrandt

 

Con il titolo “Glenn Brown Piaceri Sconosciuti” l’artista britannico presenta per la prima volta in Italia in luogo istituzionale la sua opera che prende spunto dalla storia dell’arte e dalla cultura popolare. Con un linguaggio contemporaneo trasforma in maniera che travalica limiti di tempo e storici, opere di artisti del Rinascimento dell’Impressionismo e Surrealismo, rielaborandole e fondendole in modo contemporaneo.

 

 

Glenn Brown
Lefts make Love and Sistem to Death from Alove

 

Per questo a volte è stato anche contestato in Inghilterra. L’artista ha asserito “La mia è una pittura malinconica con il suo linguaggio non convenzionale”.  A Firenze presenta una trentina di opere, dipinti, disegni, sculture, tra le quali alcune eseguite appositamente per questa esposizione. I personaggi e i paesaggi che vengono elaborati da Brown, interessando diverse correnti artistiche si fondono le une con le altre creando nuove immagi vivacissime e molto elaborate.

 

Glenn Brown
Let me ferry you let to sea views B

Ricomponendo le immagini Brown crea una nuova opera che in modo del tutto contemporaneo permette di rivitalizzare quanto può essere sfuggito a coloro che osservano gli originali. Del resto l’artista ha dichiarato “con la costruzione di quadri e avanzi o di parti morte del lavoro di altri spero di creare un senso di straneità, rinnovando esempi del modo migliore con cui artisti e storici  o moderni hanno descritto il loro senso personale del mondo che vedono apparire, oppure i loro mondi ripresi da prospettive schizofreniche attraverso tutti i loro occhi e le loro fonti d’ispirazione suggeriscono cose che non avrei mai normalmente visto.”

Al contrario di altri artisti dei tempi passati non c’è nell’opera di Brown nessun senso ironico né denigratorio.

Gleen Brown
Let me ferry you let to sea views A

L’artista crea usando il Photoshop con il quale da foto di cataloghi o altro, rielaborandoli, allungandoli, distorcendoli, cambiando la lunghezza, ricava ciò che vuole passandoli poi con una vernice di speciale, lavorando sulle opere con pennelli sottili che gli permettono di creare riccioli allungati. La sua teoria l’ha ben dichiarata in un’intervista nel 2009 “Cercare di creare dal nulla è un nonsenso. Le immagini sono un linguaggio. E’ impossibile fare un dipinto che non sia preso in prestito. Anche le immagini dei vostri sogni si riferiscono alla realtà.”   Quest’esposizione molto particolare si confronta nelle sale del Museo Bardini con le opere di grandissimi artisti come Donatelo, Guercino, Pollaiolo, Tiepolo e altri, dimostrando sempre più che Firenze vuole presentarsi anche come polo per l’arte contemporanea.

Emilia Dodi

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