Voi non siete napoletani

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Fino al 5 marzo è in scena al Teatro Delle Muse di Roma il nuovo ed originale spettacolo, ideato e diretto da Geppi Di Stasio, Voi non siete napoletani con il sottotitolo Il varietà dell’Unità (d’Italia). In scena con Di Stasio, Roberta Sanzò, Alida Tarallo, Carlo Badolato e la piccola Martina Paruccini.

 

Fino al 5 marzo è in scena al Teatro Delle Muse di Roma il nuovo ed originale spettacolo, ideato e diretto da Geppi Di Stasio, Voi non siete napoletani con il sottotitolo Il varietà dell’Unità (d’Italia).

 

Questa volta lo spettacolo di Di Stasio si discosta totalmente da quelli che abbiano visto in precedenza in questo teatro, ma con questo non vogliamo dire che non si ride, si ride con parsimonia. Voi non siete napoletani è un inno a Napoli e ai napoletani ad un modo di vedere le cose in maniera originale e frizzante, frutto della storia e della cultura spesso contaminata dalle tante denominazioni del Sud della nostra Italia.

Il testo inizia subito, infatti, con la lettura di un proclama del 1860 firmato da Francesco II di Borbone, l’ultimo re delle due Sicilie. Come si vede, partiamo subito in maniera forte, ma nessuna paura: tutto ciò vuol dimostrare quanto fosse saggio quel sovrano e quanto negativamente i vincitori abbiano tramandato ai posteri le sue qualità.

 

Oggi quando vuoi offendere qualcuno gli dai del “Borbone”, per fargli capire che è antico, mentre gli antichi erano i Savoia, che non avevano affatto le idee moderne dei Borboni. Di Stasio ci vuole dimostrare indirettamente quanta genialità c’è e ci fosse allora nel popolo napoletano e quanto fosse evoluta la civiltà e la cultura del meridione, come del resto tutte quelle conquiste e quelle idee nel mondo industriale, economico, nel diritto, nelle scienze che hanno fatto grande la stessa Napoli, arti poi tutte distrutte dall’invasione piemontese.

Così per raccontare di Napoli e della sua napoletanità, Geppi Di Stasio, anche questa volta vero genio della situazione, attore eclettico e poliedrico, ha trovato un escamotage curioso ed originale, tra lo storico ed il goliardico, per far conoscere un passato glorioso della città partenopea, che venne subito cancellato con l’Unità d’Italia e la sottomissione del popolo napoletano allo Stato italiano che stava vedendo la luce in quegli anni. Così ha costruito un Varietà con scene riprese dal repertorio napoletano più nobile e non a caso sul fondale del palco a volte fa capolino il volto di Eduardo. Ecco che si susseguono una serie di scenette, macchiette, brani musicali tradizionali, che ancora oggi così popolari riescono ad emozionarci.

Geppi Di Stasio fa da cerimoniere e padrone di casa e, spiegando i vari momenti dello spettacolo, si esibisce in alcuni dei brani musicali più famosi, vere composizioni poetiche, come Era de maggio di Salvatore Di Giacomo. Con lui sul palco, non poteva non mancare la bellezza e l’esuberanza di Roberta Sanzò, che mette in risalto tutta la sua bravura, la sua ironia e il suo fascino e da vera protagonista consumata e padrona del palcoscenico canta e balla canzoni e macchiette del calibro de La Lattaia, Rea Confessa, Argentina, Ninì Tirabusciò, ‘A Frangesa e con Geppi Di Stasio il divertente brano-macchietta Peppino e il suo molosso, tutto giocato sui doppi sensi come si faceva nel vecchio Varietà del ’900.
Lo spettacolo si avvale degli accompagnamenti musicali dei maestri Sergio Colicchio al pianoforte e Massimo Bonforti alle percussioni. Con Di Stasio e la Sanzò, gli attori Alida Tarallo, Carlo Badalato, esilaranti nel divertente sketch della Moglie sparata di Eduardo De Filippo. Bravissima e molto disinvolta, già una reginetta da palcoscenico, la piccola Martina Paruccini, che ha iniziato lo spettacolo a sipario chiuso ed ha subito colpito l’attenzione del pubblico, che ha molto gradito le sue partecipazioni nello spettacolo.
Uno spettacolo da vedere che unisce momenti divertenti alla cultura. E una volta visto… siamo tutti napoletani!!!

Giancarlo Leone

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