Al Teatro Golden di Roma, fino al 19 marzo, è in scena il nuovo spettacolo di Marco Falaguasta, che lo vede anche protagonista sul palco, scritto con Alessandro Mancini, Prima di (ri)fare l’amore. Con lui Marco Fiorini e Claudia Campagnola. La regia è di Tiziana Foschi.
Il divertente spettacolo è un pretesto per raccontare ricordi ed esperienze personali, molte anche autobiografiche, degli autori, per omaggiare gli Anni ’80, quelli, per molti, dell’adolescenza e della gioventù, che rimangono ancora impressi nelle nostre menti.
Cucita addosso per l’uomo e l’attore Marco Falaguasta, che sul palco è padrone della scena, la commedia fa fare al pubblico un bel tuffo indietro negli Anni ’80.
Ambientata in una palestra dotata di attrezzature sportive moderne che diventa il teatro dei ricordi (allestita dallo scenografo Andrea Simonetti), dove un armadio, una vera metafora per il pubblico, contiene oggetti personali che fanno affiorare ricordi e suggeriscono fantasie, anche quelle più erotiche, la commedia ci riporta alla mente momenti di vita vissuta.
Le canzoni di George Michael, di Gazebo, i miti cinematografici come John Travolta in Grease o miti televisivi come Fonzie in Happy Days, compleanni organizzati in casa dove sulla porta, ad attendere i ragazzi, c’era sempre un padre in ciabatte che sorvegliava l’andamento della festa, i cibi venduti senza data di scadenza, pomeriggi interi passati a giocare a Subbuteo, le colazioni preparate dalla nonna o dalla mamma con latte incandescente per zupparci il pane di qualche giorno prima, gli occhiali a raggi x regalati dall’Intrepido che ti permettevano di vedere attraverso le lenti le donne nude (ma era una presa in giro), i segreti della rivista, allora in auge, Cioè, per capire che ragionamenti facessero le ragazzine da corteggiare, Le Ore, per scoprire il sesso adolescenziale, “giornaletto” rubato in edicola, quando l’edicolante non ti guarda, oppure comprato a scuola dal pluriripetente che li vendeva a pagine e a prezzo ridotto.
E come dimenticarsi dei primi film “a luci rosse” pagati con i soldi della paghetta faticosamente messi da parte? E ancora come vestirsi per far colpo sulla ragazzetta che ti piace?
Allora, lo abbiamo detto, c’erano miti, difficili da imitare, come Fonzie o John Travolta. Potrebbero bastare un paio di jeans, una maglietta bianca o un giubbotto di pelle nera? Se sei “fico” sì, se non piaci è tutto inutile. Era il caso di Falaguasta.
E’ lui stesso, poi, a ricordare le sue prime esperienze come animatore di un villaggio turistico, il cui clima vacanziero viene ricreato sul palco da un valletto messo in scena dagli Allievi del Laboratorio Teatrale di Bona la Prima. Si è fatto tardi e la palestra sta per chiudere. I ricordi, così, sono solo una scusa per non affrontare “la prima volta” del presente, l’unico tabù di cui un padre non vuole parlare: quella della figlia adolescente che ti aspetta a casa per presentare ai genitori il primo fidanzatino. “Ma che necessità c’era?”, diranno tutti i papà. Meglio portarsi a casa i guantoni, magari per un’altra prima volta.
Marco Falaguasta non è solo in scena, ma affiancato da due validissimi e bravissimi attori e spalle: Claudia Campagnola e Marco Fiorini.
Ottima l’interpretazione della Campagnola, che dall’eroina dei fumetti pornografici Los Minutos, cugino povero del più famoso Le Ore, diventa la donna delle pulizie della palestra, fino ad interpretare l’amica brutta che sta nelle feste casalinghe, quelle di una volta, apostrofata come “Cuccureddu” (noto calciatore del passato), perché pelosa e non depilata, tutte caratterizzazioni esilaranti che divertono il pubblico.
Bravo e non da meno Marco Fiorini, che passa dal ruolo del piccolo Saro a quello dell’animatore turistico, e poi come controllore delle Ferrovie dello Stato, fino all’ambizioso frequentatore di sala pesi con la mania della Crema Nivea che fa bene alla pelle.
Prima di (ri)fare l’amore vale la pena di essere visto, un bel lavoro che strizza l’occhio alla nostalgia, ma anche per passare un paio d’ore serene, in piena allegria, un mix di divertimento e leggerezza, con ricordi molto piacevoli di un’età ingenua e spensierata, quella di ciascuno di noi che abbiano vissuto negli Anni ‘80. Valida la sapiente regia di Tiziana Foschi.
Giancarlo Leone