Courbet e la natura in mostra a Ferrara

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Fino al 6 gennaio 2019, è aperta nel Palazzo dei Diamanti a Ferrara, la mostra dal titolo Courbet e la natura. L’evento organizzato dalla Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, è curato da Dominique de Font-Réaulx, Barbara Guidi, Maria Luisa Pacelli, Isolde Pludermacher e Vincent Pomarède

Gustave Courbet: Autoritratto con il cane nero, 1842 Olio su tela, cm 46,5 x 55,5 Parigi, Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris

Dopo quasi cinquant’anni, torna in Italia Gustave Courbet (1819-1877), in una rassegna dedicata alla sua personalità, alla sua produzione artistica ed al suo rivoluzionario approccio alla pittura di paesaggio. Volendo tracciare un’immagine dell’artista si potrebbe affermare che Courbet s’impose come padre del realismo, aprendo la strada alla modernità in pittura con lavori provocatori e antiaccademici la cui principale fonte d’ispirazione fu la natura. In mostra quarantanove tele, tra cui, Autoritratto con il cane nero.

 

Gustave Courbet: La quercia di Flagey, 1864, Olio su tela, cm 89 x 111,5 Ornans, Musée Gustave Courbet © Musée Courbet

 

 

La quercia di Flagey, La valle della Loue con cielo di tempesta, Volpe nella neve, provenienti dai più importanti musei del mondo e che conducono il fruitore in un percorso scandito da una appassionata rappresentazione del mondo naturale.

 

Gustave Courbet: La valle della Loue con cielo di tempesta, c. 1870, Olio su tela, cm 54 x 65 Strasburgo, Musée des Beaux-Arts © foto Musées de Strasbourg, M. Bertola

 

Si passa dai panorami della Franca Contea alle spettacolari marine battute dalla tempesta, dalle grotte misteriose da cui scaturiscono sorgenti alle cavità carsiche che si spalancano nei torrenti, dai sensuali nudi immersi in una vegetazione rigogliosa alle sublimi scene di caccia della maturità.

 

 

Gustave Courbet: Volpe nella neve, 1860 Olio su tela, cm 85,7 x 128 Dallas Museum of Art, Foundation for the Arts Collection, Mrs. John B. O’Hara Fund

 

Fonte d’ispirazione sono stati anche i luoghi dove soggiornò l’artista o che semplicemente visitò, quali le coste del Mediterraneo vicino a Montpellier, i paesaggi rocciosi della Mosa in Belgio, le marine della Normandia o i laghi svizzeri dipinti durante l’esilio in un’atmosfera carica di nostalgia.

 

Gustave Courbet: L’onda, c. 1869 Olio su tela, cm 46 x 55 Edimburgo, National Galleries of Scotland. Dono di Sir Alexander Maitland in memoria della moglie Rosalind, 1960

 

A questi soggetti si aggiungono le tele che hanno per tema gli animali nel paesaggio, dove Courbet sperimenta il suo occhio originale sull’universo, mediato dalla grande tradizione pittorica occidentale studiata al Louvre. Considerato un maestro dagli Impressionisti e adorato da Cézanne, il pittore sembra svelare forme in attesa di essere rese visibili, catturando i fenomeni naturali più elusivi e transitori.

 

Gustave Courbet: Giovane bagnante, 1866 Olio su tela, cm 130,2 x 97,2 New York, Metropolitan Museum of Art, H.O. Havemeyer Collection. Lascito della signora H.O. Havemeyer, 1929

 

 

Non è un caso quindi che egli scrivesse nella prefazione dell’opuscolo che accompagnava la mostra personale organizzata nel celebre Padiglione del Realismo, a margine dell’Esposizione Universale del 1855 queste parole: “Il bello è nella natura e si incontra nella realtà sotto le forme più diverse.

 

 

 

Gustave Courbet: Cacciatore a cavallo, c. 1864, Olio su tela, cm 119,4 x 95,3 New Haven, Yale University Art Gallery. Dono di J. Watson Webb, B.A. 1907, e Electra Havemeyer Webb

 

 

Appena lo si trova, esso appartiene all’arte, o piuttosto all’artista che sa vederlo”.

 

 

 

 

 

Gustave Courbet: Caprioli alla fonte, 1868 Olio su tela, cm 97,5 x 129,8 Fort Worth, Kimbell Art Museum

 

In queste poche righe è vergata una vera e propria dichiarazione di volontà in cui Courbet dichiara la propria decisione di affrancarsi dai canoni classici e romantici dell’Ottocento per focalizzarsi sulla realtà e sulla natura. Fig 8

Vittoria Severini

 

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