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    Categories: Spettacolo

Rumba con Ascanio Celestini

Rumba con Ascanio Celestini. Uno spettacolo di oltre 100 minuti sul palco, che si declina non come una performance, piuttosto come una forma di preghiera laica, in veste teatrale. Popolata dai personaggi che progressivamente Ascanio Celestini evoca. 

Rumba con Ascanio Celestini

Rumba con Ascanio Celestini. L’appuntamento con l’attore è un arricchimento. Sempre. Si lascia il teatro portandosi dentro un fascio di emozioni su cui riflettere. A lungo. Una battuta, una luce, un pezzo di frase, una gestualità. Di spunti, di approfondimenti, di sguardi, di riferimenti sull’universo umano che popola il mondo ce ne sono a decine in Rumba, ultimo spettacolo in ordine cronologico con sottotitolo L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato.

Rumba è una forma di preghiera laica in 100 minuti

Più che di performance, gli oltre 100 minuti di palco condiviso si srotolano, piuttosto in una forma di preghiera laica in veste teatrale. Popolata dai personaggi che progressivamente Ascanio Celestini evoca, mette in penombra e poi in luce, dando loro forma, sostanza e spazio fisico con le parole. In una narrazione che diventa l’epica delle gesta di eroi fragili.  Anche se il pubblico ormai sa, e conosce il metro narrativo dell’attore, è come se con Rumba fosse una rinnovata “prima volta”.

Il ritmo della narrazione è immediato, riconoscibile

Il ritmo della narrazione, immediato, riconoscibile, si arricchisce di sfumature ad ogni cambio passo, quasi che affabulazione e improvvisazione, si divertissero a rincorrersi e a portare così in alto, lo spettatore per poi dargli la sensazione di lanciarlo, in caduta libera. Ma Celestini è capace di riprendere il filo narrativo ad 1 cm dal suolo. Proprio quando stavi iniziando a smarrirti, il corso del pensiero ti aggancia con un avverbio, un respiro, una pausa e via verso un’altra storia, un’altra fantasia, un altro personaggio.

In Rumba Celestini immagina la vita di S. Francesco oggi

In Rumba Celestini immagina la vita di S. Francesco oggi, come il fraticello vivrebbe nell’Italia contemporanea, chi sceglierebbe quale compagno di strada, chi i suoi adepti, in quali percorsi si avventurerebbe per non essere semplicemente “povero”, ma servo dei poveri. Ed è proprio da questo concetto, del proporsi di Francesco nel gesto di essere servo dei poveri, che prende l’abbrivio il lavoro teatrale.

Ascanio Celestini accompagna lo spettatore in questo percorso narrativo

Ponendosi queste domande, nei panni del personaggio-narratore, Ascanio Celestini racconta quali seguaci condividerebbero oggi il cammino di Francesco, probabilmente coloro che nessuno vede, gli invisibili, le anime belle con cui ri-fonderebbe la Chiesa di Pietro, e del Padre. “Guarda in basso, nel parcheggio davanti alla finestra della sua casa popolare. I personaggi sono tanti e condividono lo stesso asfalto, la stessa condizione umana. Giobbe, magazziniere analfabeta che ha organizzato il magazzino senza nemmeno una parola scritta. Joseph, partito dal cuore dell’Africa. Nella vita è stato seppellitore, schiavo, naufrago, detenuto, facchino e barbone. Cerca l’Italia in un piatto di spaghetti e la trova nelle manganellate del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Lo zingaro che ha cominciato a fumare a otto anni e sta ancora lì che fuma, accanto alla fontanella, davanti al bar”.

Rumba è in tournée nel Bel Paese

Scenografia essenziale – una sedia, un sipario, quattro casse da bibite in plastica – fisarmonica e tastiere di Gianluca Casadei, voce di Ascanio Celestini e tra i personaggi …l’infinito mondo delle periferie dell’umanità. Verso cui tutti, dovremmo imparare ad essere servi dell’accoglienza. Rumba è in replica al Teatro Vittoria di Roma, per poi viaggiare in tour.

Francesca Pistoia

 

Francesca Pistoia: