Indovina quanto…?

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Indovina quanto…?

Indovina quanto…? E’ andato in scena al Teatro Planet di Roma, il divertente spettacolo interpretato e diretto da Caterina Costantini, Indovina quanto…?.Un agrodolce incontro di vedove.

Indovina quanto…?

Indovina quanto…? Indovina quanto…? Un agrodolce incontro fra vedove. E’ andato in scena al Teatro Planet di Roma, il divertente spettacolo interpretato e diretto da Caterina Costantini, Indovina quanto…?.  che vede protagonisti, oltre alla Costantini, Lorenza Guerrieri, Patrizia Tapparelli, Vincenzo Pellicanò e Laura Mazzon.

Indovina quanto…?- trama

Indovina quanto…? All’apertura del sipario, Ester (Patrizia Tapparelli) va su e giù per la casa, suonano alla porta ed è Lucille (Caterina Costantini) che irrompe in scena con una mantella di cashmere e bordi in volpe e le chiede, fiera di aver comprato al mercatino questa occasione, quanto l’avesse pagata: solo 1500 dollari e 45 cent. Un affarone. In quello stesso istante arrivano altre due vedove: Doris (Lorenza Guerrieri) e Selma (Laura Mazzon). Proprio quest’ultima sta per risposarsi per l’ennesima volta e invita alla cerimonia le altre, comunicando che vestirà l’abito da sposa proprio a casa di Ester, dove si svolge la pièce.

Un agrodolce incontro di vedove

Indovina quanto…? In una scena tutta ricca di colori, tra partei e abiti delle signore, c’è il tè, la moda, le tisane, il burraco, le riflessioni e le lacrime per i loro defunti mariti e un’idea di consultare un medium per parlare con i loro mariti defunti. Da un cambio di scena all’altro, ci troviamo al cimitero dove specialmente Doris va sempre a piangere suo marito. Le fanno compagnia Lucille ed Ester.

Un unico uomo in scena 

Indovina quanto…? Qui incontrano Sam (Vincenzo Pellicanò), l’unico uomo della commedia, venuto anche lui a piangere e “salutare” la defunta moglie e benché il luogo non sia il più indicato, Lucille non fa a meno di civettare e di chiedere anche a lui “Indovina quanto?”, il prezzo della mantella. Tutto ciò, crea l’occasione per arricchire il club di uomini defunti, con un uomo vivo. Lo ritroveremo quando si presenterà a casa di Ester, presenti Lucille e Doris, per farle un regalo: un profumo con le essenze preferite da Ester. Ed ecco che nascono gelosie, discussioni, il tutto perché fra queste donne compare un uomo, che può rompere il loro equilibrio. Termina il primo atto.

Alla riapertura del sipario, è il momento del giorno delle nozze di Selma, una sposa tutta vestita di rosso, come il fuoco, la passione. E sarà Sam ad accompagnare le altre tre donne in macchina in chiesa per il matrimonio. Cambio scena e le tre donne ritornano a casa di Ester. Dopo un lauto pranzo, frizzi e lazzi, sono di nuovo loro, le tre donne, a discutere, tra ricordi e dolori per i propri mariti, ma sarà solo Doris a rimpiangerlo e sentire la mancanza di un vero uomo vivente accanto a sé.

Il dramma in scena: una vedova passa a miglior vita

Indovina quanto…? Il dramma: proprio lei avrà un mancamento e, purtroppo, viene a mancare, lasciando tutti spiazzati e impietriti dal dolore. Passa un po’ di tempo e ci si ritrova al cimitero: ma questa volta sarà solo Lucille a piangerla, mentre Ester sta per sposare Sam.

La messa in scena permette, oltre al dolore che può provocare un lutto, di divertirsi e di riflettere e se Lucille in mantella di cashmere, ha trovato un manicotto di pelliccia, in un’ottima e funzionale regia curata dalla stessa Caterina Costantini, anche la chiusura non può che terminare, con la solita domanda, “Indovina quanto”, rivolgendosi alla defunta Doris.

Il pubblico applaude calorosamente gli attori in scena

Indovina quanto…? Con risate, applausi da parte degli spettatori, alle quattro attrici e all’attore, tutti ben compenetrati nei loro ruoli, si ironizza e si pensa su un aspetto della vita che deve essere energia e propulsione, a nuove speranze e sorrisi.

E come afferma nelle note di regia Caterina Costantini, “ogni essere umano, pur avendo grandi capacità di tolleranza al dolore e alla solitudine, non deve permettere alle vicissitudini della vita di spegnere il sorriso e la speranza. Ciò che conta non è essere giovani ma sentirsi giovani”.

Giancarlo Leone

 

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