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Il malato immaginario al Quirino

Il malato immaginario al Quirino. Un Emilio Solfrizzi veramente “Sol..frizzante” al Teatro Quirino di Roma, interpreta il capolavoro di Moliere, Il malato immaginario. In scena dal 6 all’11 dicembre.

Il malato immaginario al Quirino

Il malato immaginario al Quirino. E’ in scena dal 6 dicembre, e vi rimarrà fino all’11 successivo, al teatro Quirino, il lavoro di Moliere che i più definiscono la migliore commedia dell’assurdo e dell’ipocondria del commediografo francese che, attingendo alle fonti più disparate, dalla Commedia dell’Arte alla farsa popolare del teatro medievale e alla produzione spagnola contemporanea, intende soddisfare l’esigenza principale di divertire il pubblico attraverso gli strumenti della «verità» e della «naturalezza».

Il malato immaginario al Quirino- regia

Nello specifico ricorrendo all’opera di un regista della portata di Guglielmo Ferro e di uno spumeggiante, ben calibrato Emilio Solfrizzi, un’accoppiata fantastica per rapportare una commedia scritta nel 1673 ai tempi nostri, ma in abiti dell’epoca, volendo raccontare, in chiave comica, un assurdo: la paura più di vivere che di morire, rifugiandosi e nascondendo i veri problemi della vita.

Uno spumeggiante Emilio Solfrizzi interpreta Argante

L’ossessione di Molière nei confronti della medicina e dei medici viene talmente centrata dalla coppia Ferro – Solfrizzi, la quale riesce a rendere assolutamente comica la situazione, complessa, che quale vede il protagonista Argante ostacolare il desiderio di sua figlia di sposare “un non medico”, perché non gli è utile, e la assoluta sua dipendenza dall’ossessione di sottoporsi a stravaganti cure mediche, a base di ridicoli clisteri.

 

Un cast di ottimi attori

L’intenzione dell’autore è molto ben espressa dai protagonisti, gli ottimi Cristiano Dessì, Sergio Basile, Pietro Casella e di Rosario Coppolino oltre che delle veramente brave Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Viviana Altieri, Cecilia D’Amico nelle parti collaterali a quelle del protagonista. Quali la moglie ambigua, le figlie, e la serva soprattutto, vera anima occulta del capolavoro in scena che si avvale dei costumi di Santuzza Calì e della originalissima scenografia di Fabiana Di Marco.

Un insieme che, sulla base delle musiche appropriate di Massimiliano Pace riesce a descrivere perfettamente gli atteggiamenti pomposi dei medici, che intervengono nella rappresentazione e che Moliere qualifica come professionisti di scarsa qualità, perché agiscono solo e soltanto in funzione dei propri interessi che realizzano facendo “fruttare” a loro favore l’ipocondria di Argante, anche ricorrendo alla frode ed all’inganno.

Argante un personaggio che ha paura di vivere

Ciò che emerge in forma molto positiva, è la perfetta descrizione in forma satirica e caricaturale, proprio dei medici in scena, motivi questi che fanno pensare ad una forma di personale astio dell’autore nei confronti di una classe di “professionisti” con i quali, forse, rendendosi conto di quanto fossero inadeguati, ha inteso intraprendere una vera e propria battaglia.

Emilio Solfrizzi interpreta un uomo che ha più paura di vivere, che di morire e lo fa in maniera molto sofisticata ricorrendo, a parere di chi scrive, anche a momenti di interpretazione a braccio per descrivere, malgrado tutte le sue presunte malattie, la forza fisica che promana dall’iracondo Argante.

Un uomo capace soltanto di strepitare ed assumere testarde posizioni che, nel corso dello svolgimento della bella commedia rappresentata, caratterizzano un personaggio del quale l’interprete ha assimilato la vera anima. Un buono un pò fesso, suggestionato da una terribile moglie, contornato da una figlia innamorata e da una serva apparentemente sfacciata, ma concretamente molto costruttiva.

Uno spettacolo che fa ridere e anticipa il teatro dell’assurdo

E’ uno spettacolo che fa ridere, quindi, sui drammi altrui anticipando, e qui Moliere è un vero e proprio genio, quel teatro dell’assurdo che nascerà ben trecento anni dopo, ad opera di alcuni importanti drammaturghi europei degli anni dal 1940 in poi.

Andrea Gentili

Carlo Salvatore: