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Elena Sofia Ricci: “Ecco la mia Fedra”

Elena Sofia Ricci: “Ecco la mia Fedra”. E’ andata in scena dal 4 al 9 ottobre al Teatro Quirino di Roma, una particolare messinscena di Fedra con la regia di Elena Sofia Ricci e che vede come protagonista Valentina Banci. Visum ha intervistato la regista Elena Sofia Ricci.

Elena Sofia Ricci: “Ecco la mia Fedra”

Dopo un’anteprima al Teatro Mancinelli di Orvieto, è andata in scena dal 4 al 9 ottobre al Teatro Quirino di Roma, una particolare messinscena di Fedra con la regia di Elena Sofia Ricci e che vede come protagonista Valentina Banci. Rottami di automobili, pneumatici e stracci: un particolare universo dove uomini e donne si aggirano come fantasmi. E’ così che appare l’inferno di Seneca ad Elena Sofia Ricci. Visum l’ha intervistata

Elena Sofia parliamo di questa particolare messinscena di Fedra che ti vede come regista. 

Dopo un’anteprima ad Orvieto, lo spettacolo è approdato al Teatro Quirino di Roma dal 4 al 9 ottobre, e poi a maggio sarà al Teatro La Pergola di Firenze. Per carità questa non è la mia laurea, ma sono alla prima prova scritta”.

Avevi già avuto esperienze come regista?

Sì, ma erano state due piccole esperienze di regia. La prima sei anni fa con una piccola commedia musicale, Mamma mia bella! e lì mi sono resa conto che non era andata male. La seconda regia, con il documentario Grido per un nuovo Rinascimento per ottenere la Giornata nazionale dei lavoratori dello spettacolo, che ricorre adesso il 24 ottobre. Ma Fedra è un’altra cosa, una regia impegnativa, di spessore”.

 

Parliamone………

Non ti nascondo che da tempo volevo lavorare con Valentina Banci, la protagonista di Fedra, un’attrice di grande potenza espressiva. Lei era già stata Medea a Siracusa – spiega a Visum la regista –  ma quando i produttori mi hanno proposto Seneca, il padre della psicanalisi ancor prima di Freud, e un testo così forte, quasi non credevo alle mie orecchie”.

Ne avevo solo un ricordo scolastico. E rileggerlo a 60 anni, mi ha aperto un nuovo mondo. Fedra come si sa è figlia di una storia familiare incredibile. Sorella del Minotauro, s’innamora di Ippolito, figlio di suo marito Teseo. Essendo stata rifiutata, inventa però una violenza subìta e si uccide. Teseo, accecato d’ira e dolore, crederà a lei e scatenerà contro il figlio le furie degli Dei”.

Perché hai scelto proprio Seneca?

In realtà è stata una seconda scelta. Volevamo portare in scena Hedda Gabler di Ibsen, ma i nostri produttori della Fondazione della Toscana si sono resi conto che era un titolo, già molto gettonato per questa stagione teatrale. Così, come ti dicevo, mi hanno proposto di fare la regia di Fedra di Seneca. L’idea subito mi è piaciuta – confessa a Visum – perché mi sono resa conto come questo racconto tragico, mi dava l’occasione di descrivere il mondo che ci circonda. Ho interpretato l’opera in chiave freudiana. La psicoanalisi deve molto a Seneca, che è un precursore del pensiero moderno e contemporaneo. In questo testo si parla di archetipi collettivi”.

Qual è il fulcro di questo dramma, il tema fondamentale?

La coscienza, la volontà di guarire. Siamo tutti vittime o figli della nostra storia familiare e, volendolo, potremmo liberarci di insidiose trappole. Non affrontando invece le problematiche, finiamo vittime delle nostre pulsioni più disinibite. Ecco perché ho voluto collocare la mia Fedra in una sorta di discarica, di sfasciacarrozze di ogni epoca. Ci sono pneumatici, stracci, pezzi di colonne greche. Ho immaginato che tutti i personaggi fossero quell’Ippolito poi fatto a pezzi”.

“Siamo tutti un po’ a brandelli, dopo due anni di pandemia – afferma Elena Sofia Ricci –  questa assurda guerra tra Russia e Ucraina. Gli dei, seppur sempre invocati, sono assenti in questa tragedia. Amo le sfide, amo le asticelle sempre più alte e ho studiato come una pazza per questa messinscena”.

Ti vedremo ancora nel ruolo di suor Angela nella fiction Rai Che Dio ci aiuti?

Do il mio addio al personaggio di suor Angela, poiché amo i cambiamenti e le sfide. Dopo sette stagioni era arrivato il momento di cambiare, di fare nuove esperienze”.

E allora cosa vedremo prossimamente in tv?

Mi vedrete nella miniserie per la regia di Carlo Carlei, Fiori sopra l’inferno, che abbiamo girato in questa estate appena terminata e che verrà trasmessa il prossimo inverno su Raiuno. La fiction è tratta dal romanzo di Ilaria Tuti e io interpreto il personaggio della profiler Teresa Battaglia, in lotta contro un serial killer e l’Alzheimer”.

E in teatro ti vedremo ancora recitare dopo questa parentesi registica?

Ebbene sì. A metà dicembre riprenderò la tournée con lo spettacolo La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams, per la regia di Pier Luigi Pizzi, dove interpreterò il personaggio di Alexandra Del Lago”.

Giancarlo Leone

 

 

Giancarlo Leone: Giornalista specializzato in teatro