Con il titolo” Riflessi Autoritratti allo specchio nella storia” a Palazzo Attems di Petzesntein di Gorizia, c’è sino al 2 ottobre 2022 una grande mostra con circa settanta opere, provenienti da musei e collezioni private austriache, tra le quali il Belvedere di Vienna.
Riflessi Autoritratti allo specchio nella storia a Gorizia
La mostra è curata da Johannes Ramharter e Raffaella Sgubin, con la collaborazione di Lorenzo Michelli e Vanja Strukelj.
Queste quattro mostre intendono interrogare gli artisti ,protagonisti dell’arte cercando di dare voce, alle loro ambizioni, alle loro illusioni, alle loro sconfitte, attraverso la loro memoria, attraverso il ritratto, l’autoritratto. Il tutto per “guardare l’artista con il suo occhio”. Come detto il percorso di questa mostra si svolge con circa 70 opere in otto sezioni, che vanno dalla metà del 500, fino al contemporaneo. Proprio questa prospettiva storica consente di fare luce, sulla forza dei modelli iconografici che vengono presentati nei secoli , ma anche le profonde trasformazioni che ci sono, a volte anche nelle varianti.
Una mostra a Palazzo Attems Petzesntein di Gorizia
Il punto focale della mostra è l’Autoritratto
Questa immagine, dialoga perfettamente con l’Autoritratto con il fratello Francesco di Giuseppe Tominz, una delle opere più significative conservate nella Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia.
I stretti legami tra cultura visiva friulana e quella austriaca
A manifestare la crisi profonda che investe l’individuo, e allo stesso tempo il ruolo stesso dell’artista nel Novecento, sono gli autoritratti di Kolo Moser e Max Oppenheimer che espongono il corpo, ieratico o sofferente, riprendendo a modello Dürer, fonte anche dell’opera di Arturo Nathan.
Ma gli artisti si raffigurano spesso anche in famiglia o in ritratti di gruppo, e queste rappresentazioni, al di là della loro carica affettiva, parlano di una rete di rapporti artistici e intellettuali. La sala dedicata ad Anton Zoran Mušič, con gli autoritratti dell’artista accanto a quelli del suocero Guido Cadorine della moglie Ida Barbarigo, vuole far riflettere il visitatore sulla ricchezza di questi interscambi, ma soprattutto proiettarlo nel progetto futuro di Gorizia/Nova Gorica 2025.
Il percorso si chiude con un dipinto di forte impatto, Imperial Elke
Il percorso si chiude con un dipinto di forte impatto, Imperial Elke (1999) di Elke Krystufek, in cui l’artista viennese, si ritrae nuda mentre si osserva allo specchio scattando una foto con il cellulare: un quadro che apre a urgenti e stimolanti riflessioni.
Anna Camia