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La mano del destino al Teatro Manzoni di Roma

La mano del destino al Teatro Manzoni di Roma. La settimana scorsa, ha appena debuttato al Teatro Manzoni, un nuovo ed interessante spettacolo, dal titolo“La mano del destino”, scritto da Alain Teulié, uno autore francese contemporaneo.

La mano del destino al Teatro Manzoni di Roma. Ha debuttato al Manzoni di Roma la pièce dal titolo“La mano del destino”, scritto da Alain Teulié, uno autore francese contemporaneo. Confermando ancora una volta, il particolare feeling che lega il noto teatro romano, con la produzione drammaturgica transalpina. Prodotto dal Centro Teatrale Artigiano, il lavoro vede in scena Caterina Vertova e Pietro Longhi, e colpisce immediatamente per la scenografia quasi metafisica, che si offre al pubblico a sipario aperto.

La mano del destino al Teatro Manzoni di Roma

Dei lumini, un lungo tavolo sul fondo e dei pannelli avvolgibili, che, una volta sollevati, formano una specie di “labirinto” accennato: quasi una metafora di un rapporto molto particolare, la cui complessità, ha nascosto sentieri invisibili e ideali, così come ha celato dettagli importanti, non detti, che hanno inciso proprio sulla vita di entrambi.

La commedia presenta da subito toni decisamente romantici, in molti passaggi anche poetici, per quanto concerne la scrittura in sé.

La storia, infatti, ruota attorno ad un grande amore che ritorna a far palpitare due cuori, dopo molti anni. Due persone che non riescono a dimenticarsi, anche se è duro ammetterlo! Paul è uno scrittore che ha intrapreso la carriera politica: una carriera che si è interrotta improvvisamente e inspiegabilmente, mentre Lea si è rifatta una vita nel Nuovo Mondo, in Canada. “I protagonisti si ritrovano in un viaggio della memoria, ardente, affascinante, ma anche tanto dolce quanto, a tratti, doloroso. E così come la brace sotto la cenere può far divampare nuovamente le fiamme così i due ex amanti finiscono per farsi travolgere e coinvolgere in modo imprevedibile”.

Iniziano a trapelare piccole rivelazioni, e se il primo, naturale sentimento è quello classico della gelosia, a poco a poco emergono dettagli inimmaginabili, quasi delle confessioni autoassolutorie.

Un multiforme racconto dell’amore con due colpi di scena

In un multiforme racconto dell’amore, passando attraverso momenti contrastanti, ecco il primo colpo di scena, che svela una verità molto amara, la cui scoperta induce Paul e decisioni drastiche, ma poi, molto romanticamente, il rapporto quasi per magia (o per miracolo?) si rigenera grazie a un ulteriore coup de thèatre.

Lo spettacolo è intenso e poetico

La bravura dei due protagonisti e la regia firmata da Marco Carniti, rendono lo spettacolo poetico e intenso: un atto unico molto godibile e ricco di una sua innata freschezza. Uno spettacolo che certamente vale la pena andare a vedere.

 

 

Complimenti a Caterina Vertova e Pietro Longhi, che hanno regalato al pubblico un’interpretazione raffinata, ma possente, intensa e appassionata. Complimenti alla regia, sia per le scelte compiute e molto apprezzate, sia per l’atmosfera che ha saputo creare sin dalle prime battute.

Salvatore Scirè

 

Salvatore Scirè: giornalista e fotografo – commediografo e regista teatrale Laureato in Giurisprudenza, ha studiato lingue straniere e musica. In campo giornalistico si è occupato di vari temi, ma ha sempre prediletto il reportage geografico, formando testi e foto e pubblicando su importanti testate nazionali. E’ autore di tre libri fotografici: Roma nel cuore (Rizzoli Editore l982, prefazione di Carlo Lizzani) Gargano spettacolo della natura (Ed. Magnus 1987, prefazione di Nantas Salvalaggio) Roma colori del tempo (Il Capitello 1989 - II ediz. 2000 - prefazione di Giulio Andreotti). Ha pubblicato il saggio umoristico Donne... maneggiare con cura! (Liux Edizioni 2012) Da 22 anni scrive per il teatro come commediografo; da 16 anni si occupa anche di regia teatrale. Ha scritto una ventina di commedie, tra cui Professione separata! Ciao papà, ti presento mia madre!Cocktail di scambi; C’è un morto giù in cantina!