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Intervista a Etienne Friess illustratore dell’Isola del tesoro

Intervista a Etienne Freiss illustratore dell’Isola del tesoro di Robert Louis Stevenson edizione Rizzoli di recente pubblicazione.

Intervista a Etienne Friess illustratore dell’Isola del tesoro

Etienne Friess è considerato uno dei più brillanti illustratori della sua generazione. Classe 1987, è nato a La Rochelle, e ha frequentato la scuola di illustrazione a Nantes e dopo il diploma dal 2013, inizia a pubblicare definendo il suo stile grafico e visivo che intreccia humour, fantasy, poesia e animali. La sua Isola del tesoro, pubblicata nella celebre collana di classici illustrati, curata e diretta da Benjamin Lacombe è ambientata in un mondo animale antropomorfizzato, che rende l’avventura ancora più avvincente. Visum l’ha intervistato

 

Ciao Etienne e grazie per averci concesso questa intervista. Fai parte della collana di Lacombe, perché hai scelto come classico L’isola del tesoro?  

Sono cresciuto, a La Rochelle in Francia vicino all’ oceano. Da sempre sono appassionato dell’universo nautico, adoro rappresentare il mare, le barche e i marinari. La mia scelta è stata prima di tutto per queste ragioni. E anche perchè, conosciamo tutti, questo classico della letteratura, ma volevo farlo riscoprire in questa bella collana diretta da Benjamin Lacombe“.

 

 

Quanto è ancora attuale secondo te la storia di Stevenson?

Secondo me questa storia è molto attuale perché i protagonisti non sono i classici buoni e cattivi, sono molto piu profondi e anche i rapporti tra di loro lo sono“.

 

 

Con quale criterio hai abbinato i personaggi agli animali?

Ho provato a scegliere degli animali che sottolineavano i caratteri dei personaggi. Per esempio ho scelto il ghiottone per Long John Silver perché è lo chef sulla nave ma soprattutto perché è un animale molto intelligente e ostinato che ottiene quello che vuole grazie alla sua determinazione“.

 

Da quale dei personaggi hai iniziato?

Ho iniziato con Jim Hawkins, sui tratti di un topo, prende delle decisioni senza pensare, solo per sopravvivere come un topo tra le zampe di un gatto“.

Nel libro si alternano scene di mare e scene di terra. Quali ti piace disegnare di più?

Mi è molto piaciuto molto disegnare il mare, ma soprattutto designare il porto di Bristol quando Jim scoprì tutto il mondo sconosciuto dei marinai e anche tutti questi personaggi colorati. Mi sono identificato con lui in quel momento e mi sarebbe tanto piaciuto scoprirlo come ha fatto lui“.

Quanto sono fondamentali i colori per esprimere atmosfere e psicologia dei personaggi?

Ho provato di trasmettere i sentimenti dei personaggi e anche quelli del lettore con i colori, e gli ambienti molto diversi presenti nel libro. Ho anche cambiato la tecnica di illustrazione per due capitoli dove è il dottore che racconta la storia per separare queste due narrazione diverse del libro“.

 

 

Che tecniche hai usato?

Inizio con una matita colorata marrone per fare il disegno e puoi faccio degli strati di tempera molto diluita, un po’ come l’ acquarello“.

 

 

 

C’è anche tanta musica nella tua isola del tesoro ?

«Certo c’è la famosa canzone dei pirati, e l’atmosfera da voglia di cantare canti di marinai, ma devo dire che mentre lo disegnavo  non ho ascoltato tanta musica, guardavo documentari animali. (sono appassionato)».

Cristina Marra

 

Cristina Marra: giornalista pubblicista, si occupa di critica letteraria da diversi anni con particolare riferimento alla narrativa giallo-poliziesca. È stata direttore artistico di numerosi festival tra Festival Lipari Noir, Arena Faletti di Ombre Festival, Calabria Noir Festival, Bologna on the road, le strade del noir, Festival del Giallo di Cosenza. È organizzatrice di diverse rassegne letterarie e ha scritto racconti noir presenti in diverse antologie.È Direttore della collana noir Emozioni d'inchiostro noir e Piccoli noir dell'editore Laruffa.