Leonardo dei nostri giorni si sarebbe chiamato Steve Jobs

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Come si racconta un Genio? La risposta è semplice: non si può.  Questo deve aver pensato Jesus Garces Lambert quando ha deciso di affrontare cinematograficamente la figura di Leonardo da Vinci. Un enorme quantità di materiale tra opere, testimonianze d’epoca e documenti nei quali immergersi per approdare ad una sintesi. Io Leonardo al cinema dal 2 ottobre è il risultato di questo lungo lavoro.

Leonardo da Vinci – dice il regista Lambert – è un personaggio complesso che tutti pensiamo di conoscere. Nessuno invece può comprenderlo davvero, che uomo fosse, quali le sue paure e possiamo forse solo intuire le sue ambizioni. E allora, – prosegue – abbiamo scelto di raccontarlo ipotizzando un viaggio nella sua mente”. Che diventa protagonista assoluta del film, uno spazio, quello mentale del grande artista, dove Leonardo rivive i momenti più significativi della sua vita. Incontri fondamentali con gli uomini di potere, altri artisti, amori. Ma il confronto più importante resta sempre quello con se stesso.

 

La narrazione aiuta a comprendere lo sviluppo intellettuale ed emotivo di Leonardo, la sua anima e il suo pensiero. La genesi delle sue opere più celebri attraverso una ricostruzione documentata e grazie all’uso di animazioni, proiezioni ed evolute tecniche digitali.

 

A dare il volto al genio toscano Luca Argentero: “Perché mi sono cacciato in questo guaio? – dice l’attore sorridendo – Ho accettato perché non ho avuto il tempo di pensare”.

 

Nascosto da una folta parrucca bionda (opera di Mirella Ginnoto) e un voluminoso costume creato da Maurizio Millenotti l’attore racconta come anche sua madre (oltre lui stesso) fosse perplessa all’idea di vederlo recitare con un trucco così ingombrante. “Ma appena ho messa la parrucca e infilato il costume – dice Argentero – mi sono trovato improvvisamente catapultato nel personaggio, mosso e addirittura respirato in modo diverso”.

Un accurato lavoro di documentazione per rappresentare con la massima fedeltà possibile l’universo leonardesco. “Fare film d’arte con Sky (che produce il film distribuito in sala da Lucky Red)- dice il regista – ti da una libertà incredibile. Tutto è documentato, dai costi sostenuti da Leonardo o i pagamenti ricevuti per le sue committenze. Ogni particolare è verificato perché si possa offrire al pubblico un film di finzione che abbia però un rigore documentaristico”.

Sono stati persino riprodotti alcuni esperimenti che Leonardo aveva lasciato su carta cercando di capire se, con i mezzi dell’epoca, sarebbe stato possibile realizzarli. Il film è poi un viaggio affascinante nelle opere più celebri del Genio italiano. Dal quadro più famoso del mondo, La Gioconda, a l’Ultima Cena, l’Uomo Vitruviano, la Dama con l’ermellino e molti altri.

 

Tra le scelte del Regista quella di non far invecchiare Leonardo il film è un percorso nella sua mente, tutto accade all’interno del pensiero di Leonardo, non avrebbe avuto senso farlo invecchiare”.

Tra gli altri interpreti Angela Fontana nel ruolo di Cecilia Gallerani, Massimo De Lorenzo che è Ludovico il Moro, mentre è Francesco Pannofino la voce narrante. È come se fossi la sua coscienza- dice l’attore – e metto la mia voce, come uno strumento, a disposizione di un’operazione che giudico particolarmente interessante e originale. “Io Leonardo” è un prodotto non scolastico o nozionistico, ma riesce a scavare nel profondo di un uomo che ha segnato in maniera indelebile la cultura e la civiltà come “la conosciamo oggi”.

Ludovica Mariani

 

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