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    Categories: Spettacolo

“Io vendo le emozioni”, di Francesco Pannofino al Piccolo Eliseo di Roma

Che Francesco Pannofino, pugliese di origine e romano di adozione, fosse noto e conosciuto anche per la sua maestria nell’arte del doppiaggio, è cosa ormai acquisita ed arcinota, come pure è conosciuta la sua abilità in teatro ed al cinema, nella rappresentazione o di personaggi particolari e di squisita, raffinata comicità, o in diverse altre vesti non escluse quelle del tragico (per esempio la parte di Giovanni Buscetta da lui rivestita in “L’uomo che sfidò cosa nostra“).

 

 

Certamente ci ha un tantino sorpresi, piacevolmente, il ruolo di chansonnier da lui rivestito, da protagonista unico, sul palcoscenico del Teatro Piccolo Eliseo la sera del 19 marzo scorso, purtroppo in unica serata.

 

 

 

In questo lavoro, da lui stesso scritto a quattro mani con Alfredo Saitto il bravo Pannofino, tutta umanità, casa e famiglia, si esprime esibendosi nelle vesti di squisito e raffinato cantautore, descrivendo in parole e musica di buon effetto pregnante, le tappe fondamentali della sua vita ed alcune osservazioni su fatti della nostra epoca.

 

Lo fa con tanto mestiere, con la sua voce roca ma toccante e piena di grande simpatia, accompagnato e continuamente interrogato in scena da un maestro dello spettacolo che risponde al nome di Alfredo Saitto, autorevole esperto di musica, saggista, studioso delle politiche dell’audiovisivo e dei media che non a caso radiografa in palcoscenico il buon Pannofino, stimolandolo ed inducendolo a riflessioni in grado di sensibilizzarne la già prorompente, accattivante personalità.

Ciò che ha caratterizzato la serata di Pannofino è stata certamente la sua grande umanità, il suo attaccamento (e non poteva essere da meno) alla sua bella famiglia alla quale ha fatto, commuovendosi, riferimento nel corso della serata, una serata molto apprezzata ed applaudita dal numerosissimo pubblico in sala, che ha anche molto gradito l’accompagnamento musicale dei Lino Rufo Blues.

Andrea Gentili

 

Andrea Gentili: