Dal 22 gennaio, e vi resterà fino al prossimo 27, il palcoscenico del Teatro Ghione ospita un particolarissimo lavoro di Giancarlo Marinelli, uno spettacolo che sembra voler trattare, argomento all’attenzione primaria in questi tempi, di femminicidio ma che, in effetti, volge lo sguardo anche a quello che potremmo definire “maschicidio”. Insomma, un eccidio a carattere universale.
Fabio Sartor, un grande, è l’imputato, il possibile omicida e riesce agevolmente a descrivere il dramma interiore che l’uomo sotto interrogatorio sta soffrendo, mentre una spettacolare Caterina Murino è la donna dai due volti; entrambi interpretano magistralmente questa storia sull’amore che ha tutti gli aspetti del terrore di essere, della paura di venire abbandonati, di essere lasciati senza quell’amore che Dante definisce come il motore dell’universo.
Grande rispetto per la donna emerge dalla rappresentazione, un testo bruciante ma colmo di tenerezza, di apparenti contraddizioni, di negazione di ogni luogo comune sull’amore che qui viene rappresentato in maniera sì negativa, ma esistenzialmente sublimato.
Insomma, un noir ad alta tensione, tutto da vedere, anche perché il cast ha veramente dell’eccezionale ratificando in tal modo la scelta operata dal direttore artistico del Ghione che ha abilmente saputo selezionare e portare in scena.
Andrea Gentili