L’ emozione è fortissima anche solo nel vederlo entrare in scena, condotto da un fanciullo e una giovane donna, il passo incerto fino ad un’una poltrona che lo attende al centro del palcoscenico. È Andrea Camilleri e il suo “Conversazione su Tiresia” ripresa cinematografica dello spettacolo al teatro Greco di Siracusa che è al cinema per un’uscita evento il 5, 6, e 7 novembre.
“Perché volevo affrontarmi solo, sul palcoscenico del teatro Greco di Siracusa. E poi ‘Tiresia sono’ per citare un mio personaggio forse un po’ conosciuto. Come Tiresia sono cieco ma, e può sembrare un paradosso, ora mi sembra di vedere meglio e di più. Ho avuto un’illuminazione e raccolto questa grossa sfida, raccontare una storia per un’ora e mezza circa intrattenendo un pubblico di 4000 persone. E per farlo era importante trovare il tono giusto con il quale rivolgersi al pubblico. Ho scelto quello della conversazione tra amici e ha funzionato. Anche il lavoro di scrittura- prosegue Camilleri – ha richiesto quasi tre mesi per farmi largo tra i tanti documenti e tutto quello che è stato scritto su Tiresia”.
“Direi che è un personaggio affascinante, prismatico che è stato compiutamente sia uomo che donna e non solo nel corpo, ma nel cervello. Nella sua vita ‘femminile’ Tiresia viveva e pensava come una donna, un’esperienza straordinaria dalla quale dipende la sua fortuna presso gli scrittori. Oltre alla capacità divinatoria che lo rende un personaggio enigmatico, ambiguo”.
“Il Teatro Greco di Siracusa è un’astronave del Tempo, qui Eschilo dirigeva i suoi attori e tra 100 anni Tiresia avrà tante cose da raccontare ancora ai suoi amici. Userà le parole, che non spariranno ma certo il mondo sarà tutto diverso. Spero sia finalmente in mano alle donne. Loro, che creano la vita, sono più portate alla ricerca della pace”.
Ludovica Mariani