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    Categories: Arte

L’arte del XIX e XX secolo a Brescia

Emilio Rizzi Tazza dorata 1911 ca, olio su tela cm.161x128

Con 100 capolavori di collezionismo privato Brescia in Palazzo Martinengo presenta dal 10 gennaio al 10 giugno 2018, le opere di artisti che vanno da Inganni a De Chirico, da Sironi a Morandi, fino a Burri, Manzoni e Fontana. Curatore Davide Dotti con catalogo Silvana Editoriale.  

Pablo Picasso
Natura morta con testa di toro 1942 olio su tela cm.72×98

 

Organizzata dagli Amici di Palazzo Martinengo, luogo deputato a mostrare il collezionismo privato bresciano, col patrocinio della Provincia e del Comune di Brescia, quest’esposizione segue quella che ebbe tanto successo nel 2014 dedicata a una selezione di dipinti antichi e rinascimentali sempre posseduta da facoltosi cittadini.

 

Alberto Savinio
Otello e Desdemona 1928 olio su tela cm.91×79

 

Il collezionismo privato bresciano è stato sempre molto interessante anche se poco conosciuto, data la discrezione di quest’ambiente. Per le opere antiche e rinascimentali il collezionismo è nato dalle famiglie nobili, mentre quello che viene ora esposto si deve ai grandi industriali e a cittadini colti che si sono interessati all’arte che va dal neoclassicismo fino all’informale, senza tralasciare tuti i movimenti che sono inseriti in questi ciclo.

 

 

Gino Severini
Natura morta con maternità 1928 olio su tela cm.61×100

Infatti partendo dai classicisti come Appiani, Basiletti e altri, tocca tutti i movimenti del Novecento con i romantici. i futuristi, Giorgio Morandi e la metafisica di Giorgio de Chirico, il ritorno all’ordine, arrivando all’informale degli anni ’50 -60 con  Burri, Manzoni, Vedova e Fontana, i più importanti nomi di ogni movimento. Come punta di diamante viene anche presentato un Picasso inedito scoperto da Davide Dotti, che mostra una natura morta con una testa di toro, autenticato dalla Fondazione Picasso di Parigi.

Giacomo Balla
Ponte della velocità 1915 olio su tela cm.68×96

Quest’opera si riferisce al periodo non felice dell’artista con la guerra e lutti familiari e va considerato come un memento mori dove al posto del solito teschio Picasso ha messo una testa di toro. L’esecuzione è di alto livello e permette di rileggere la sua produzione nel periodo della guerra.  La mostra si apre con gli artisti che hanno dato lustro alla scuola bresciana dell’ottocento da Luigi Basiletti a Angelo Inganni, da Faustino Joli a Francesco Filippini, da Giovanni Renica a Achille Glisenti, da Arnaldo Soldini a Cesare Bertolotti e così via. E poi gli artisti chiave di ciascun movimento, Depero e Balla per il futurismo, De Chirico e Savinio per la metafisica, Severini per il divisionismo, e ancora Giorgio Morandi che amava scegliere gli acquirenti e capire dove le sue opere sarebbero state esposte, Carrà, De Pisis, Sironi, fino all’informale degli anni 50-60 con Burri, Fontana, Manzoni e Vedova.

Lucio Fontana
Concetto spaziale .Attese 1964 olio su tela cm,70×90

Un periodo decisamente lungo per un’esposizione, che permetterà non solo ai cittadini di Brescia e d’intorni, ma a tutti i visitatori di ammirare opere di grandissimo prestigio che mostrano come il collezionismo bresciano sia stato di alta qualità anche se non noto al grande pubblico.

Anna Camia

Anna Camia: