Era tanto che volevamo incontrarlo ed ecco che lo ritroviamo al FIFF di Namur in veste di presidente della giuria dei lungometraggi. Stiamo parlando di Martin Provost, attore cinematografico e teatrale, sceneggiatore e, soprattutto, fantastico regista, con il tocco magico per raccontare storie indimenticabili.
Come, per esempio Tortilla y Cinema con Carmen Maura, o Le Ventre de Juliette. Séraphine poi, ispirato alla vita di Séraphine de Senlis, celebre pittrice francese, fece incetta di premi ai César del 2009, vincendone sette, tra cui quello per il miglior film e la migliore attrice a Yolande Moreau.
Un altro nome femminile, Violette per raccontare la vita della protégé di Simone de Bouvoir Violette Leduc. Ma è l’ultimo che abbiamo molto amato, Sage Femme, con Catherine Frot e Catherine Deneuve, uscito la primavera scorsa in Italia con il titolo Quello che so di lei, incassando, nelle prime 7 settimane di programmazione 275 mila euro, di cui ben 114 mila nel primo weekend.
“Venni a Namur per la prima volta con il mio secondo film, Il ventre di Giulietta, ed è stato l’unico Festival che mi avesse invitato per cui oggi, in questa bellissima sala dove siamo adesso, mi guardo attorno con un senso di piacere. Ricordo che allora ero molto emozionato per aver incontrato la stampa internazionale, e ripeto, era l’unico festival ad avermi invitato per cui, quando mi hanno proposto qualche anno più tardi di fare il presidente di giuria ho accettato con gioia perché ero felice di ritrovare Namur e qualcosa del passato. Confesso che mi fa piacere pensare a com’ero, proprio in rapporto a quello che era successo allora”.
“Sempre un film di donne e sarà ambientato in Giappone, un paese che amo molto. Ci sono andato parecchie volte e sono rimasto colpito dalle sue contraddizioni che convivono, allo stesso tempo, con una fortissima spiritualità che va di pari passo con una competizione lavorativa spietata. Trovo che il Giappone abbia una grande eleganza, un’umanità incredibile, tanta attenzione agli altri e tanta, tanta poesia. Il tutto in un perfetto mélange che rende questo Paese unico”.
Mariangiola Castrovilli