E’ in scena fino al 14 maggio al Teatro Sette di Roma il particolare spettacolo di Francesco Stella, Unpercento – Punizione ad affetto che vede protagonisti Fabio Avaro, Enzo Casertano e Giorgia Trasselli. La regia è firmata da Valerio Groppa.

E’ in scena fino al 14 maggio al Teatro Sette di Roma http://www.teatro7.it/ il particolare spettacolo di Francesco Stella, Unpercento – Punizione ad effetto. All’apertura di sipario, sul palco è ricostruita una stanza di ospedale e al lato una bara chiusa.

 

Il primo ad entrare in scena è Enzo Casertano, un napoletano bonaccione, continuamente tempestato dalle telefonate inopportune della moglie che vuole per forza sapere dove sta, che sta facendo, perché è stato convocato lì. Mentre cerchiamo di capire quale nesso leghi il primo protagonista, che si chiama Hans, con la bara, ecco che fa il suo ingresso sulla scena il secondo protagonista, il romano Sesto, l’attore Fabio Avaro, che è logorroico, non riesce a stare zitto un attimo e cerca di coinvolgere nei suoi discorsi il meno loquace Hans, che mentre cerca di rispondere al suo ciarliero sconosciuto, continua a ricevere telefonate dalla curiosa moglie.

I due non si conoscono ma, stranamente, hanno ricevuto una stessa lettera con la quale sono stati convocati lo stesso giorno e alla stessa ora nella stanza 46 di un ospedale romano. Non c’è nessun altra spiegazione, ma entrambi pensano che si debba trattare di un qualcosa di eclatante.

 

Nel conoscersi meglio, i due cominciano a raccontare i loro trascorsi, anzi più che altro è Sesto ad essere un fiume incontenibile di parole, disturbando la quiete di Hans. Hans è un bidello, ha un figlio che fa il calciatore professionista a Milano e una moglie oppressiva che lo controlla sempre, anche telefonicamente. Sesto, invece, ha una compagna, non ha figli, ha un passato da calciatore, professione che ha dovuto interrompere per un incidente di gioco, mentre adesso è un allenatore di una piccola squadra della provincia romana di “pulcini” ed è super tifoso della Roma. I due non sembrano avere nessun legame fra loro: l’unica cosa che li unisce, al momento, la lettera di convocazione che hanno ricevuto in quella stanza dell’ospedale.

A questo punto ecco che fa il suo ingresso in scena la terza protagonista, Giorgia Trasselli, che interpreta il ruolo di Anna. Sarà lei pian piano a spiegare le motivazioni di quella convocazione di Hans e Sesto, motivazioni che porteranno a svelare ai due uomini il perché sono lì e perché in quella stanza, che per lasciare su tutto un po’ di mistero non sveleremo, invitando i lettori ad andare a teatro per scoprire il finale a sorpresa e ad effetto. Unpercento è uno spettacolo cucito su misura dall’autore Francesco Stella per i tre attori che ben si compenetrano nei loro ruoli, diretti magistralmente da Valerio Groppa.

Enzo Casertano e Fabio Avaro, rispettivamente nei ruoli di Hans e Sesto, mettono in evidenza l’aspetto comico, giocato sapientemente in maniera equilibrata sugli equivoci delle situazioni e i contrasti tra il modo di essere dei due protagonisti. I dialoghi fra i due sono lineari, semplici, familiari, che raggiungono alti picchi nei giochi di parole e nei toni sottili, il cui fulcro è lo scontro-incontro tra la comicità napoletana, sarcastica ed ironica, e quella romana, più aperta e dilagante. I tempi comici sono perfetti, sincronizzati, supportati da una perfetta gestualità e capacità espressiva dei due ottimi ed esperti attori, padroni della scena, per quasi tutto lo spettacolo.

Magistrale l’interpretazione di Giorgia Trasselli, che con pazienza, savoir faire, delicatezza, fa cadere l’attenzione sul piano degli affetti. Pur rimanendo il lato comico, questo si affievolisce in toni più intimi, invitando lo spettatore anche alla riflessione, continuando a porsi l’interrogativo della presenza di quella bara nella stanza. Alla fine, grazie proprio a questa presenza femminile, l’inaspettato si svela in un finale del tutto inatteso, come una insidiosa “punizione” che viene poi trasformato in “gol”.

Unpercento è una commedia molto divertente, ma anche coraggiosa, dove si trattano dei temi importanti e delicati come la malattia, l’abbandono, il perdono. Il regista, con gli interpreti e soprattutto con l’autore, ha voluto mescolare come nella vita reale la voglia di ridere, ma mai fine a sé stessa, ma con un senso di verità e un pizzico di cinismo. E’ così, poi, che le persone nella vita reale vivono la loro esistenza. Una pièce imperdibile, da vedere.

Giancarlo Leone

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