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    Categories: Cinema

Sage Femme di Martin Provost

Bello, bellissimo, imperdibile. Stiamo parlando di Sage Femme tradotto in Italiano con Quello che so di lei, un film diretto con mano sicura da Martin Provost con due forze della natura come Catherine Frot e Catherine Deneuve, che vedrete in sala in maggio con Bim e che noi abbiamo visto  durante la VII edizione di Randez Vous, in Italia dal 5 al 9 aprile a Roma per poi toccare le città di Napoli, Firenze, Palermo, Bologna, Torino e Milano con il premio Reset che verrà consegnato nell’ambito del Festival dei diritti umani, alla Triennale il 4 maggio.Abbiamo intervistato il regista Provot, come potete vedere dal video, sulla terrazza panoramica dell’Hotel Sofitel, con una vista a tutto tondo su Roma dove la Cupola di San Pietro emerge, in tutta la sua bellezza, circondata da un mare di verde. Disponibile, simpatico, e con un gran sorriso aperto, Provot racconta e si racconta.

 

Il film nasce, infatti, da un forte senso di riconoscenza verso l’ostetrica che non solo lo ha fatto nascere, “ma mi ha donato addirittura il suo sangue per farmi sopravvivere. E lo ha fatto con grande discrezione ed umiltà, come mi disse mia madre quado me lo raccontò. Solo che non abbiamo mai saputo il suo nome”.

 

Ed è riuscito a poi rintracciarla?
Purtroppo no perché gli archivi dell’ospedale dove sono nato, vengono distrutti ogni vent’anni e siccome quando nacqui non era più tanto giovane, dedussi che fosse morta”.
E allora?
Ho deciso di renderle omaggio a modo mio con un film. Ma   non è tutto. Poco temo fa, per il mio matrimonio ho avuto bisogno del mio atto di nascita e non del consueto estratto. Il film era ormai arrivato al montaggio quando ho scoperto che non solo mi aveva salvato la vita con il suo sangue per la trasfusione, ma era anche andata a denunciare la mia nascita, come per certificare che ero sano e salvo. Un gesto magnifico e da allora ripeto sempre il suo nome Yvonne André. Quello che è certo è che le devo moltissimo”.

Provost è veramente toccante, ma il film non è autobiografico…  “Certo che no. Non volevo raccontare la mia storia. Questo mi è servito solo come pretesto per andare oltre ed avvicinarmi ad una professione che mi ha sempre attirato. Ho conosciuto così molte ostetriche, per capire meglio quello che mi avevano fatto la notte della mia nascita. Ed è solo attraverso le loro risposte che ha cominciato a delinearsi la storia di Claire(Catherine Frot), disegnando il ritratto di una donna alle prese con la realtà della sua epoca , che si trova a vivere  un momento cruciale nella sua vita”.

Bella l’energetica sinergia delle due Catherine, Claire l’ostetrica e Béatrice, l’eccentrica antica amante di suo padre. Due donne agli antipodi che, viste insieme, sembrano uscite da La cigale et la Fourmie di La Fontaine
Certo, e lo rivendico a tutti gli effetti. Per dire che dentro tutti noi ci dovrebbe sempre essere un po’ di questo melange. Claire vive un po’ troppo nell’ombra e Beatrice torna nella sua vita per portarle un po’ della sua luce”.
Mentre per Beatrice?
Bèh, lei ha sempre vissuto facendo solo quello che le diceva la testa e questa, diventerà l’occasione per comprendere meglio la sua esistenza. Fermarsi cioè un attimo a considerare il fatto che, senza gli altri, non siamo niente…”.

Mariangiola Castrovilli

Mariangiola Castrovilli: Giornalista giramondo con scoop come le interviste al fratello dell'ultimo imperatore cinese Aisin-Gioro Puren durante la protesta di piazza Tienanmen a Pechino e al generale israeliano Moshe Dayan dopo la guerra dei 6 giorni. Per la Rai in diretta radio e tv, è stata l'unica giornalista donna al mondo a volare a due volte la velocità del suono su un tornado, correre con una Ferrari 40 a 324 Kmh sul circuito di Maranello. Inoltre è stata l'unica giornalista a bordo del MB-339 Aermacchi della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori. É membro del SNGCI.