Quest’anno per le Nuove Proposte al 67° Festival di Sanremo ha vinto, con la canzone Ora mai, Lele, il più giovane fra i concorrenti in gara, che è già un professionista. Visum l’ha intervistato.
Lele (all’anagrafe Raffaele Esposito), ha appena 20 anni, è nato a Pollena Trocchia, in provincia di Napoli, finalista della scuola di Amici, pupillo di Maria De Filippi, ha studiato al Conservatorio e non ha mai nascosto la sua passione per pianoforte e chitarra. Come dicevamo ha vinto con il brano Ora mai, soul pop pulito e molto elegante, scritto staccato perché il cantante ha ragionato sul singolare costrutto, una parola che nega l’altra, accettando la negazione e lasciando la possibilità di una doppia lettura.
“Perché abbiamo creduto che fin dall’inizio fosse predisposta per un arrangiamento orchestrale. E poi era una tematica espressa nel modo giusto, ci è sembrata subito la canzone giusta”.
“Sono felicissimo per questo piccolo grande traguardo, che era il mio desiderio più grande. Sono convinto di aver vinto grazie alla mia canzone, perché puoi fare anche sette talent, ma se la canzone non arriva alle persone non serve a nulla”.
“Di Amici mi resta tutto, dal punto di vista personale e artistico, a prescindere da Sanremo. Devo dire che è stata un’esperienza di vita molto formativa sotto tutti i punti di vista. Maria è stata un’insegnante di vita, fondamentale e una fase importante del mio percorso”.
Dopo Sanremo uscirà il tuo album Costruire 2.0, una riedizione uscita già a maggio dell’anno scorso. Qualche novità?
“Certo, intanto ci sarà il brano sanremese e poi un’aggiunta di cinque inediti. Sono cinque canzoni più mature e più a fuoco, sia dal punto di vista del suono che testuale. Il filo conduttore è il groove”.
“L’aggettivo giusto per la mia esperienza al Festival di Sanremo è felice. Sin dal primo momento me la sono goduta alla grande. L’intensità delle giornate non mi pesava, non subivo lo stress, anzi mi godevo il fatto di far parte della settimana più importante della musica italiana. L’ansia c’era solo al momento dei verdetti”.
Giancarlo Leone