Incontro con Nadia Rinaldi a teatro

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Nadia Rinaldi è protagonista al Teatro Tirso de Molina della pièce intitolata Gente di facili costumi, accanto a Walter Croce che ne cura anche la regia. Visum l’ha incontrata.

 

Andato in scena per la prima volta nel 1988, interpretato dallo stesso Nino Manfredi, che ne è anche l’autore con Nino Marino, con Pamela Villoresi al Teatro Eliseo, Gente di facili costumi è considerato ancora oggi uno dei testi più belli e soprattutto attuali nel panorama teatrale dagli Anni ’80 ad oggi. Ad interpretare questa volta la coppia che dà anima e corpo al testo è formata da Nadia Rinaldi, nel ruolo di Anna, e Walter Croce, qui anche regista della pièce in scena al Teatro Tirso De Molina fino al 26 marzo, nella parte di Ugo. Visum l’ha intervistata.

 

Nadia chi è Anna e come si è compenetrata nel personaggio?
Anna è una donna che esercita la più antica professione del mondo. E’ un personaggio molto accattivante – spiega a Visum – e non mi era mai capitato di interpretare una prostituta. Nonostante il mestiere che fa, però, non è mai volgare, è divertente, si può definire una ragazza sognatrice a cui è stata negata l’adolescenza. Nella scrittura Manfredi l’ha valorizzata – sottolinea l’attrice – perché ha avuto sempre un rispetto per le donne. Vive da sola nel suo appartamento e casualmente conosce l’inquilino del piano di sotto, Ugo, un uomo di cultura, un professore universitario, uno squattrinato sceneggiatore di film intellettuali che non trovano produttori. Sono due solitudini che s’incontrano e questo incontro cambierà la loro vita”.

Se dovesse giudicare Anna come la definirebbe?
Non la giudicherei negativamente, anzi tutt’altro. Anna è una donna sola, che ha solo la voglia di essere amata, una donna in cerca d’amore, come me. Una persona che si vorrebbe occupare come una donna onesta di qualcuno, standogli vicino anche la notte e se russa molto meglio, ciò vuol dire che dorme anche lei e non deve fare solo sesso”.

 

Ha visto la prima versione del 1988, quella con Manfredi?
Sì, allora frequentavo molto Nino Manfredi, ero una sua cara amica, si parlava spesso di progetti di lavoro e proprio lui mi ha insegnato il piacere di andare e di scoprire il teatro. Fui invitata proprio da lui a vedere questo spettacolo, mi sarebbe piaciuto interpretare quel ruolo femminile. Quando ultimamente Walter Croce mi ha proposto di essere con lui in scena, ho subito accettato. E’ una bella esperienza. Chi l’avrebbe detto che a distanza di anni avrei fatto proprio quel personaggio che desideravo interpretare”.

Perché questo testo è ancora oggi attuale?
Perché non sembrano esserci differenze nel momento in cui alla fine degli Anni ’80 scrissero gli autori della pièce e oggi per dipingere il ritratto di una società conformista che giocava concretamente nel privato con schemi anticonvenzionali e che poteva vedere cambiare le carte in tavola solo vivendo un’esperienza umana oltre i propri pregiudizi”.

 

Sta sempre più acquistando una perfetta linea. Il segreto del suo essere in forma?
Mi sono imposta di dimagrire, dentro di me c’è la voglia di vivere, non sentirmi più i chili di troppo. Ho fatto sacrifici, anche per amore dei miei figli. Mi sento un’altra persona, devo ringraziare i medici, gli esperti competenti che mi hanno prescritto una dieta da seguire”.

 

 

Doveva partecipare all’ultima edizione de L’Isola dei Famosi. Perché non ha più partecipato? E se segue il programma chi le piace fra i partecipanti?
Sì, in effetti dovevo essere anch’io nel cast di quest’anno, poi non so cosa sia successo. E’ un’esperienza che mi sarebbe piaciuta fare, c’è una competizione, voglia di mettersi in gioco. In questo momento andare lì sarebbe stato ottimo per isolarmi un po’ dalla routine, dalla famiglia. Mi sarei potuta dedicare di più ‘a Nadia’, a me. Tra i partecipanti mi piace molto Samantha De Grenet, la trovo schietta, sincera, amata o odiata è una che dice sempre la verità. Mi somiglia molto”.

Ha ancora il classico sogno nel cassetto? Un regista con il quale vorrebbe lavorare?
Di sogni nel cassetto ne ho tanti. Mi piacerebbe tornare a lavorare con Alessandro Gassman, che mi diresse nel 2013 nel film Razzabastarda. Era il suo esordio nella regia ed è un regista che ama gli attori. Mi piacerebbe anche lavorare con i registi Massimiliano Bruno, Paolo Genovese, Fausto Brizzi. Invece con Marco Giallini, che reputo uno degli attori più validi del momento, interpreterei una commedia brillante cinematografica, non mi dispiacerebbe tornare a recitare con Christian De Sica”.

Tre aggettivi per definire Nadia Rinaldi?
Una donna alla ricerca di una serenità, sincera, non più scomoda soprattutto per gli addetti ai lavori”.
Che c’è nel futuro di Nadia? Sta vagliando qualche nuovo progetto?
Sì, sempre con Walter Croce c’è un progetto teatrale sulla romanità, sulle donne, sulle mamme, un testo molto al femminile. Ma ancora è tutto da definire. E’ un progetto ancora in embrione”.

Giancarlo Leone

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