“Nastri d’Argento – 70 da Oscar – è stata una missione impossibile”, aveva detto Laura Delli Colli, presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani la settimana corsa, nella grande serata in una super affollata Sala Petrassi dell’Auditorium di Roma, dove era riunito tutto il Gotha del cinema italiano, intervenuto compatto per festeggiare i nostri primi 70 anni di sindacato, da Ennio Morricone a Roberto Benigni, passando per Paolo Sorrentino, Christian De Sica, Gianni Amelio, Giuseppe Tornatore, Nicola Piovani, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.
Da Roma eccoci a Cortina, infatti sabato scorso Laura Delli Colli, nella serata conclusiva del dodicesimo Cortinametraggio, il prestigioso festival dei corti, ideato e diretto da Maddalena Mayneri, ha presentato un’altra magica serata prima di Taormina, dove si concluderà quest’anno di meritati festeggiamenti.
E, se l’anno scorso furono i fratelli Vanzina a rendere indimenticabile la serata, sabato scorso, altri due famosi interpreti, hanno reso memorabile l’avvenimento 70 nei 70, con un’incursione personale in quegli anni che, tutti e due hanno ampiamente cavalcato.
Eleonora Giorgi e Lino Banfi hanno infatti incantato la platea che ha riso con loro felice di partecipare a molti episodi inediti della loro vita. In comune, oltre agli anni 70 hanno poi tutti e due un libro pubblicato da poco Nei panni di un’altra la Giorgi e Hottanta voglia di raccontarvi… …la mia vita e altre stronzéte Banfi.
Libri ambedue divertenti, senza veli quello della Giorgi che racconta cose di cui magari i suoi due figli non erano al corrente… ‘i figli devono sapere’ la lapidaria sorridente risposta. E tra una battuta ed un sorriso scorrono i ricordi, i registi, la maniera di lavorare, gli amori, l’America, anzi Los Angeles vissuta per un anno, la storia con Warren Beatty e l’amicizia con Jack Nicholson ‘con cui ho passato molto tempo, simpatico, intelligente, disponibile, dentro una storia molto sofferta, ormai alle battute finali con Angelica Huston. E poi Diane Keaton, Margot Hamynguay e tanti, tanti altri”.
Tornando in Italia invece film come Appassionata, con Ornella Muti, Ferzetti e Valentina Cortese, che Eleonora ricorda come ‘un vero piccolo cult. Alla Cortese poi devo molto, mi ha insegnato tante cose”.
Lino Banfi, più in forma che mai ha fatto venire giù l’Eden dalle risate, raccontandoci con un umorismo dissacrante, parte del suo percorso artistico indissolubilmente legato al suo privato, dal cambio del nome, “grazie a Totò, che mi spronò non a dimezzare il mio cognome, ma a trovarne un altro perché ‘il nome si può contrarre ma dimezzare il cognome, non porta certo …fortuna”.
“Io per l’anagrafe mi chiamo Pasquale Zagaria – riprende Lino – ed il mio nome vero mi ha fatto passare molti guai perché, alcuni anni fa seppi che c’era un associato alla camorra che aveva il mio stesso nome e cognome e quando andavo all’estero, mi trovavo subito attorniato da un certo numero tra guardie e poliziotti che, fino a quando non si chiariva l’equivoco, mi ha causato non pochi disagi”.
E poi tra i ricordi, ecco che spunta fuori “Nadia Cassini, il cui marito, per due miliardi e mezzo di lire, aveva assicurato il suo lato B. Io, che in una scena avrei dovuto sfiorarglielo, gli chiesi il perché. La risposta fu che se mai fosse caduto qualcosa che ne avesse rovinato la bellezza, non avrebbe più potuto lavorare. Rimasi perplesso perché lei era… un’attrice e quello, non era certo il suo miglior.. mezzo espressivo…”.
Mariangiola Castrovilli