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    Categories: Arte

La notte illumina la notte di Rafael Herman

Al MACRO Testaccio nel Padiglione A, dieci grandi fotografie stampate su tela mostrano la ricerca sulla luce notturna che Rafael Y.Herman ha concettualmente compiuto dal 2010 al 2016. Senza alcun mezzo particolare l’artista presenta i paesaggi della sua terra, Israele, ripresi al buio totale illuminati dalla sola luce celeste. Sono foto interessantissime che mostrano colori reali ricreati nel buio senza alcun ausilio tecnico. La mostra è curata da Giorgia Calò e Stefano Rabolli Pansera, promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita Culturale e Sovrintendenza Capitolina con il patrocinio dell’Ambascia d’Israele in Italia, IFFCA, AMATA e Cité Internationale des Arts de Paris. E’ aperta fino al 26 marzo 2017.

 

Rafael Y. Herman Bosco III 2011 chromogenic cm.180×270

Rafael Y. Herman giovane artista israeliano che ha girato il mondo, molto noto anche in Italia per l’esposizione di Palazzo Reale a Milano del 2006, è ora in residenza per la seconda volta a Parigi. Sue opere sono in molti musei e in collezioni private. Per la prima volta a Roma espone opere create con scatti notturni senza ausilio di alcun mezzo, né manipolazioni digitali per indagare la luce come mezzo fisico per creare una realtà nello spazio temporale.

Rafael Y. Herman Periat in viridi 2013 chromogenic cm.180×276.4

Rafael Herman nasce come musicista, pittore, scultore e le foto hanno per lui la stessa importanza della musica. E’ un’immersione totale nell’arte e Herman ha voluto mediante un’idea forte con un processo semplice, mostrare che l’occhio quando si abitua al buio vede colori totalmente differenti da quelli ai quali siamo abituati. Tutto è nella preparazione nessun intervento, crea con le diapositive e la creazione richiede tempi lunghi. Infatti lavora solo la notte e alle prime luci dell’alba smette.

Rafael Y. Herman Mare 12, 2012 chromogenic cm.180×256,5

Ha scelto i paesaggi della sua terra, è nato nel deserto del Negheb, per mostrare i reali luoghi dove tanti artisti europei nel raccontare la Genesi si sono ispirati ai racconti senza aver mai visto quelle terre. In effetti lo scatto è lungo come la notte perché così si può scegliere il momento migliore di luce. Quando c’è luna piena che è per Herman una stella in più, i colori risultano differenti. Il tempo è lungo e non si dà una connotazione temporale.

Rafael Y Herman Montem 12, 2012 chromogenic cm.180×256,5

L’importanza del tempo sta nella tecnica ma anche nell’importanza simbolica. Il tempo per l’artista è importante poiché crea una realtà che esiste e non esiste, perché ogni scatto rappresenta anche una realtà interiore, una ricerca il cui risultato è anche un’oscurità mentale, ciò che non si conosce è più importante di ciò che si conosce.

 

Rafael Y. Herman Yarden 2013 chromogenic cm.148×300

L’artista calcola nell’oscurità totale tutto in maniera precisa ma non sa mai come saranno i colori. Con luce diversa, colori diversi. E’ un buio assoluto a livello concettuale, è come scritto da Giorgia Calò “una dimensione dell’ascolto trasferita nella visione “..,.. Herman sceglie di lavorare immerso nel buio, si priva volutamente della vista, lasciando così che i paesaggi parlino e si rivelino senza condizionamenti”. Così ci sono dei paesaggi che si descrivono nei minimi particolari e altri che sembrano astratti. La mostra si presenta come un’installazione e il Padiglione A del MACRO Testaccio è il luogo ideale.

Emilia Dodi

Emilia Dodi: