Crepe, tranquilli, ci pensa Freud

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Crepe tranquilli ci pensa Freud

Crepe, tranquilli, ci pensa Freud. Al Teatro Petrolini di Roma, fino a domenica 25 maggio, è in scena questo divertente spettacolo, scritto e diretto da Riccardo Bàrbera, un vero e proprio excursus, forse un po’ demenziale, scombinato sugli Anni ‘90. 

Crepe, tranquilli, ci pensa Freud

Crepe tranquilli ci pensa FreudCrepe, tranquilli, ci pensa Freud. Al Teatro Petrolini di Roma, fino a domenica 25 maggio, è in scena questo divertente spettacolo, scritto e diretto da Riccardo Bàrbera, un vero e proprio excursus, forse un po’ demenziale, scombinato sugli Anni ‘90. Tra i protagonisti Pierre Bresolin e Marina Vitolo.

Il contesto dell’ambientazione dello spettacolo negli anni ’90 in Italia

Crepe tranquilli ci pensa FreudCome molti sanno, quelli ovviamente che in quegli anni c’erano, più o meno giovani, gli Anni ‘90 in Italia furono un periodo di grandi cambiamenti politici, economici e sociali. Gli Anni ‘90 furono quel decennio schiacciato tra la fine degli anni leggeri e spensierati, gli ‘80, e la voglia quasi frenetica di scoprire il fantomatico 2000 protagonista di fantasie e fantascienza. La caduta della Prima Repubblica, segnata da scandali e corruzione, portò alla nascita di un nuovo sistema politico bipolare.

Crepe tranquilli ci pensa FreudEconomicamente, si assistette ad una transizione verso un sistema più aperto e globalizzato, con l’ingresso dell’Italia nell’area dell’euro. Socialmente si sviluppò una maggiore attenzione alla cultura dello sport, del benessere e del viver sano. La Storia ha avuto delle veloci spinte improvvise. Tutto cambiò: i confini, i sogni, le idee, la moda, la politica e anche le vite private furono rifondate.

Lo spettacolo di satira brillante, ricca di colpi di scena con battute al fulmicotone

Crepe tranquilli ci pensa FreudCrepe, tranquilli ci pensa Freud vuole essere una satira brillante, molto ritmata, ricca di colpi di scena, con battute al fulmicotone che ci racconta, in maniera un po’ demenziale, senza una vera e propria trama, la bufera che colpì gli italiani tra il 1989 e il 1990. Caddero in sequenza il muro di Berlino, Ceausescu, le varie ideologie, il PCI e l’Unione Sovietica, mentre si affermavano sempre più le tv private, come alternativa alla Rai, le new age, il disimpegno, l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi, una bella “discesa in campo”, che da imprenditore e fondatore della Mediaset, divenne Presidente del Consiglio nel 1994. Come adattarsi, dunque, alla nuova realtà?

Il cast della pièce è ben amalgamato e ben compenetrato nei rispettivi ruoli

Crepe tranquilli ci pensa FreudIn scena ce lo fa capire un gruppetto di personaggi, ben compenetrati nei loro personaggi, tutti alle prese con il cambiamento. Il finale è a sorpresa e questo spettacolo può contare su un bel cast agguerrito: c’è lo speaker Rai (Vito Garofalo), Andrea l’architetto (Pierre Bresolin), una cliente (Lucilla Muciaccia), Aisha, la zingara questuante (Serena Zamboni), Arianna, la moglie dell’architetto Andrea (Marina Vitolo), Ernesto, muratore e psicologo (Antonio Messina).

Con Crepe, tranquilli ci pensa Freud divertimento e riflessione sono assicurati.

Giancarlo Leone

 

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