Moby Dick al teatro Quirino. E’ in scena in questo teatro fino al 13 aprile prossimo, la versione teatrale dell’omonimo celebre romanzo del 1851, scritto da Herman Melville.
Moby Dick al teatro Quirino
Moby Dick al teatro Quirino. E’ in scena in questo teatro fino al 13 aprile prossimo, la versione teatrale dell’omonimo celebre romanzo del 1851, scritto da Herman Melville, considerato un capolavoro della letteratura americana, adattata per il teatro da Micaela Miano.
Moby Dick il capolavoro di Melville a teatro
La storia è, in effetti, il viaggio della baleniera Pequod il cui capitano, Achab, è alla ricerca di una enorme balena bianca che anni addietro, durante una caccia, lo rese invalido e verso la quale l’uomo nutre una smisurata sete di vendetta.
Il lavoro è incentrato inoltre sui rapporti tra il capitano Achab ed il suo equipaggio
Il lavoro è incentrato inoltre sui rapporti tra il capitano ed il suo equipaggio, ogni componente del quale ha una sua particolare caratteristica di genere drammatico, genere che il regista, Guglielmo Ferro, evidenzia in tutti i modi, sia attraverso la recitazione dei singoli personaggi, che a mezzo di una scenografia particolarmente efficace realizzata con proiezioni di vedute marine, offuscate da pesanti nubi che altrettanto drammaticamente, incombono tanto sulla baleniera che sull’intero equipaggio.
In scena un ottimo ed impegnato Moni Ovadia
L’atmosfera, di genere shakespeariano, evoca ossessioni e maledizioni che il capitano Achab fa incombere su ogni marinaio, al punto tale che tutti i componenti dell’equipaggio appaiono come travolti, da una sorta di diabolica fede tendente comunque al male. in particolare, verso quella vendetta che Achab ( che disconosce l’esistenza di Dio ), ricercandola, non potrà che produrre altrettanto male, quel male che è alla base del bel lavoro, del quale è protagonista un ottimo ed impegnato Moni Ovadia, l’attore, cantante e scrittore italiano di origine bulgara.
Tutta la navigazione è destinata alla cattura del balena bianca
Uno sguardo alla nave ed al suo equipaggio, che sono destinati a sicura morte: tutta la navigazione alla ricerca della balena risulta resa difficile dal mare in tempesta e, quando è ferma per assenza di vento, appare – nelle intenzioni dell’autore del romanzo – come l’avventura della società americana di metà del XIX secolo, multirazziale e fiduciosa della forza che le proviene dalla comune volontà di vincere il male e progredire. Quel male che incombe su tutta la rappresentazione e che un solo membro dell’equipaggio, Starbuck, sembra voler contenere; ma senza riuscirvi.
Un lavoro impegnativo che vale la pena di essere visto
Il lavoro in scena è particolarmente impegnativo e le due ore di rappresentazione, valgono veramente la pena di essere vissute.
Andrea Gentili