A tu per tu con Susanna Nicchiarelli, regista della serie Fuochi d’artificio. Visum l’ha incontrata dopo la conferenza stampa di presentazione della serie che andrà in onda su Rai 1, il 15, il 22 e il 25 aprile.
A tu per tu con Susanna Nicchiarelli regista della serie Fuochi d’artificio
A tu per tu con Susanna Nicchiarelli, regista della serie Fuochi d’artificio. Visum ha parlato con lei della serie che sarà trasmessa in Rai, soffermandoci sull’importanza del romanzo da cui trae spunto, e sul patto generazionale attorno ai valori della Resistenza.
Quanto spazio viene dedicato al privato in Fuochi d’artificio?
“Il privato è un tema che mi interessa fin dal mio primo film, Cosmonauta. E’ importante vedere come nella vita privata delle persone entri la storia, quella con la s maiuscola. Viviamo sempre nella storia, dove entrano anche i grandi eventi. In questo caso, la dimensione privata entra moltissimo, perché Marta (una delle protagoniste della serie NdR.) ha il fratello che parte partigiano, il quale sente di dover aiutare anche lei. E’ il richiamo della storia, che ci porta a uscire dal nostro privato e a partecipare”.
Qual è il legame tra il romanzo e la serie?
“Il romanzo si presta benissimo alla scrittura di una serie, perché è pieno di eventi ed è un romanzo di avventura. E’ una storia di amicizia, di amore, ha tutti gli elementi, e in più ha una cornice così importante, quella della Resistenza e della lotta per la libertà, che si presta benissimo ad una costruzione a episodi. Abbiamo dovuto integrare, aggiungere personaggi e abbiamo aumentato le vicende che riguardano gli adulti, proprio perché è bello pensare che la serie possa essere vista da persone di età diverse”.
Questa è una serie che vede nella “pacificazione” e nel patto generazionale uno dei suoi punti di forza?
“Assolutamente. Vuole unire le generazioni, soprattutto nonni e nipoti, ma anche genitori e figli. Un patto generazionale, come ha detto lei, mi sembra una buona definizione”.
Andrea Magliocco