X
    Categories: Arte

Dai Romantici a Segantini a Padova

Ferdinand Hodler Sguardo nell'infinito, 1913-1914, olio su tela, cm 138 x 245 Kunst Museum Winterthur, regalo dell'Associazione delle Gallerie, 1923 © SIK-ISEA, Zurigo (Jean-Pierre Kuhn)

A Padova dal 23 gennaio 2022 al 5 giugno c’è la prima grandiosa mostra di un ciclo ideato dal curatore Marco Goldin, che interessa le “Geografie d’Europa” che ha per titolo “Dai Romantici a Segantini Serie di lune e di sguardi e montagne. Capolavori della Collezione Oskar Reinhart”

Ferdinand Hodler, Louise-Delphine Duchosal, 1885, olio su tela, cm 55 x 46,5 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

Questa è la prima del grande ciclo che Marco Goldin ha studiato per far conoscere la situazione della pittura europea, lungo il corso del XIX e inizio del XX secolo denominato “Le geografie d’ Europa”, in aree contigue. Questo progetto nasce in seguito agli studi più che ventennali di Marco Goldin che è sfociato nel 2021 nel suo libro” L’Arte e la Luna. Arte dell’800 dal romanticismo all’impressionismo”.

 

 

 

Arnold Böcklin, Bambini che intagliano zufoli, 1865, olio su tela, cm 64.5 x 96.5 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

 

La mostra “Dai romantici a Segantini”” fa conoscere il punto di partenza dell’arte in Europa all’inizi Ottocento, il romanticismo. Per questo motivo il centro della mostra è la Germania, con la Svizzera, tra Ottocento e Novecento, con alcuni validissimi pittori da Hodler a Segantini, fuggito in Svizzera.

 

 

 

Caspar David Friedrich, Donna sulla spiaggia di Rügen, 1818, circa olio su tela, cm 21.5 x 30 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

La base della mostra è l’importante collezione Oskar Reinhart, facente parte del della straordinaria rete del Kunst Museum di Winterthur, uno dei poli artistici più importanti della Confederazione Elvetica, dedicata invero all’Ottocento francese. Ma Oskar Reinhart contrariamente ai collezionisti dell’epoca, rifacendosi al suo punto di riferimento che era Julius Meier- Graefe, dopo la mostra berlinese del 1906, che aveva come supporto anche Lichtwark e Von Tschudi, decise di dedicarsi al vero romanticismo che nasce in effetti in area germanica, così ha origine il suo collezionismo.

 

Caspar David Friedrich, Le bianche scogliere di Rügen, 1818, olio su tela, cm 90 x 70 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

Ma soprattutto riporta in auge la figura di Caspar David Friedrich artista di eccelso valore dimenticato dopo la sua morte. Nella collezione Reinhart ci sono cinque opere di Friedrich tra le quali la più nota “Le bianche sciogliere di Rugen” opera eccelsa. Saranno tutte presenti a Padova. “Sono centinaia le opere tedesche e svizzere ad essere conservate nella collezione, la cui importanza è sempre stata ben riconosciuta, tanto che quasi trent’anni fa una selezione alta viaggiò in alcuni dei maggiori musei  americani ed europei , dal County Museum di Los Angeles, al Metropolitan di New York, alla Nationalgalerie di Berlino, alla National Gallery di Londra. E mai più da allora”.

 

 

 

Caspar Wolf, Veduta dal Bänisegg sul ghiacciaio inferiore del Grindelwald e sul massiccio del Fiescherhorn, 1774 olio su tela, cm 54 x 76 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

Oggi a quasi tre decenni dalla prestigiosa tournée, 76 opere della Collezione Reinhardt scelte personalmente da Marco Goldin, giungono a Padova per la prima mostra del grande progetto “Geografie d’Europa”. A partire proprio dal Romanticismo in Germania con i suoi esponenti maggiori da Friedrich a Runge a Dahl. Le sezioni saranno sette esposte in modo tematico e cronologico, che permetteranno al visitatore di conoscere l’arte dell’Ottocento Svizzera e tedesca.

 

 

Albert Anker, Louise, la figlia dell’artista, 1874, olio su tela, cm 80.5 x 65 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

 

Come asserisce Marco Goldin: “La mostra sarà un appunto nuovo e pieno di fascino per il pubblico italiano che verrà condotto a viaggiare attraverso opere di grande bellezza, entro la pittura di strepitosa modernità dei paesaggi di fine Settecento in Svizzera di Caspar Wolf, che quasi anticipa Turner, arriva fino a Segantini. In mezzo la vera e propria avventura della forma e del colore, con i paesaggi meravigliosi e ritratti altrettanto significativi. Come detto, procedendo poi dal romanticismo ai vari realismi sia tedeschi che svizzeri”.

 

 

Giovanni Giacometti, Ottilia Giacometti, 1912, olio su tela, cm 61 x 50 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

 

Quindi vere e proprie sezioni i monografiche come quelle dedicate a Böcklin e Hodler, fino all’impressionismo tedesco e alle novità francesizzanti, del colore di pittori svizzeri come Cuno Amiet e Giovanni Giacometti, padre del grande scultore Alberto. Tra Hodler e Segantini nasce la devozione emozionata per la montagna che unisce insieme spalto fisico e categoria dello spirito. La mostra ne darà ampia e appassionata testimonianza, innalzando così alla natura un vero e proprio inno”.

 

 

Giovanni Segantini, Paesaggio alpino con donna all’abbeveratoio, 1893, circa olio su tela, cm 71.5 x 121.5 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

 

L’ultimo libro di Marco Goldin inizia proprio “L’Ottocento è il secolo della natura”.

Sarà una mostra interessante che fa conoscere la nascita del romanticismo.

Savina Fermi

 

Savina Fermi: Appassionata d'arte, scrivo da sempre per diverse testate online, Sono una giornalista facente parte della 'vecchia guardia'. Non uso i Social per scelta.