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    Categories: Spettacolo

Un Tartufo attualizzato al Teatro Quirino di Roma

Un “Tartufo”: attualizzato al Teatro Quirino di Roma. Certamente non deve essere stato facile per Roberto Valerio rendere “moderno” un lavoro, che ha ormai quasi quattro secoli, da quando Jean-Baptiste Poquelin (Moliere), ideò questa pièce, ambientata all’interno di una nobile famiglia all’epoca del re Sole, intorno al 1665, che già da allora creò tutta una serie di problematiche particolarmente di ordine politico-religioso.

Un Tartufo attualizzato al Teatro Quirino di Roma. Originariamente scritta in versi, la commedia vede in scena pochi personaggi, ma sostanziosi: da Orgone (un imbroglione) a Elmira (la moglie) passando per lo stesso Tartufo e Madama Perrella (la madre di Orgone), oltre ad altri “di contorno” che coralmente danno vita ad una recitazione sciolta, gradevole, piena di significati sottesi e di mistificazioni, che coraggiosamente il regista ha trasportato ai tempi nostri.

Un Tartufo attualizzato al Teatro Quirino di Roma

In effetti, da quando fu scritta, la commedia non ha fatto altro che dimostrare che tutto cambia per non cambiare nulla. Il mondo è sempre lo stesso: soltanto che nella versione del lavoro di Moliere in scena al Teatro Quirino dal 16 al 21 novembre prossimo, l’unico fatto nuovo è proprio la modernizzazione della recitazione, che tende ad obiettivi diversi dagli originali, che volevano mostrare il personaggio principale come un ipocrita travestito da bigotto mentre ora, mutatis mutandis, Tartufo è un anticonformista.

 

 

Un amorale che si cala all’interno di una famiglia borghese, sconvolgendone l’ordine ed addirittura facendola propria, affascinandone i componenti con una forza ed un potere, che hanno addirittura del sovrannaturale tendendo alla conquista del capofamiglia prima e della moglie poi.

 

Il Tartufo di Roberto Valerio è una profonda riflessione sull’animo umano

Ma sulla strada di quello che potremmo senz’altro definire un guru fanatico, che apparentemente combatte un mondo dissoluto ed amorale, si pone, quasi inaspettata, proprio la donna oggetto del suo desiderio, Elmira, donna enigmatica ed apparentemente sottomessa ai suoi insani desideri, che, alla fine riuscirà a sconfiggerlo ed a smascherarlo.

 

 

Questa versione dell’opera di Moliere è in fondo una profonda riflessione sull’animo umano visto con gli occhi dei contemporanei e che, sostanzialmente, pone sotto una lente di ingrandimento tutti i grandi disvalori della nostra società, dall’insensato materialismo, alla spiritualità fanatica dilaniata tra valori moralmente elevati e miserabili sotterfugi, per aggirare l’ordine sociale.

 

 

Il regista Roberto Valerio riesce egregiamente nel suo intento, ricorrendo ad interpreti di elevata professionalità, che sanno calarsi nei rispettivi ruoli. Riuscendo riuscendo a rendere “accessibile” e  popolare uno spettacolo all’interno del quale, si fondono il bene ed il male, il piacere e l’amarezza del dispiacere, raggiungendo così il suo scopo.

 

Il regista riesce ad evidenziare la crisi della società attuale

 

Cioè quello di evidenziare, attraverso l’utilizzo di armi antiche e collaudate nel tempo rapportate ai giorni nostri, la crisi della società, particolarmente di quella attuale, che non si meraviglia affatto dello svolgersi di vicende del genere, di quelle rappresentate in palcoscenico.

 

 

 

Eccezionale Giuseppe Cederna

Sfolgorante Vanessa Gravina

Eccezionale Giuseppe Cederna nelle vesti di Tartufo, bene Roberto Valerio che interpreta il marito che accoglie l’impostore. A fronte di una sfolgorante Vanessa Gravina che, moglie di Orgone circuita da Tartufo, esprime validissimamente tutta la sua potenza recitativa, mostrandosi si, accondiscendente, ma tendendo allo scopo di sconfiggere un personaggio dai comportamenti quanto meno criticabili, border line, tra verità ed inganno, tra onestà ed ipocrisia.

Andrea Gentili

 

 

Andrea Gentili: